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Docente precario scrive all’Europa per protestare contro la mancata stabilizzazione; la risposta di Bruxelles: “Ogni Paese è libero di agire come ritiene”.

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Un docente precario scrive alla Presidenza dell’Unione europea sulla questione delle assunzioni dei docenti.
Bruxelles risponde come già in passato dicendo che l’Europa non impone ai Paesi membri questa o quella modalità di reclutamento.

“Lei – scrivono i dirigenti dell’UE che hanno avuto incarico di rispondere al docente – contesta il fatto che l’attuale sistema non preveda la stabilizzazione dei docenti a tempo determinato sulla base della loro partecipazione ai concorsi precedenti o sulla base del graduale avanzamento mediante le graduatorie di merito e sostiene che il sistema dovrebbe consentire una maggiore flessibilità per stabilizzare gli insegnanti a tempo determinato e riconoscere le loro qualifiche”.
“Il diritto dell’Unione europea (in particolare l’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato allegato alla direttiva 1999/70/CE) – aggiungono – impone agli Stati membri di introdurre misure efficaci per prevenire l’utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato”.
Tuttavia, viene ribadito dai funzionari di Bruxelles, “la Commissione europea non ha alcuna competenza per imporre all’Italia di assumere a tempo indeterminato insegnanti a tempo determinato, né per applicare una determinata procedura o determinati criteri per l’assunzione degli insegnanti. Sebbene l’Accordo Quadro sul lavoro a tempo determinato imponga agli Stati membri di stabilire almeno una misura efficace per prevenire gli abusi, esso non specifica un tipo particolare di misura, ma lascia agli Stati membri un margine di discrezionalità per quanto riguarda le modalità per conformarsi a tale obbligo”.
“Di conseguenza – conclude la lettera di risposta al docente italiano – la Corte di giustizia dell’Unione europea ha statuito che l’Accordo Quadro non prevede l’obbligo per gli Stati membri di disporre la conversione dei contratti di lavoro a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato. Spetta agli Stati membri determinare a quali condizioni i contratti o i rapporti di lavoro a tempo determinato debbano essere considerati contratti o rapporti di lavoro a tempo indeterminato. Inoltre, nel settore dell’istruzione, l’Unione europea può solo sostenere, coordinare o completare le azioni degli Stati membri, senza sostituire le loro competenze in questo settore. L’Unione europea deve rispettare pienamente la responsabilità degli Stati membri per quanto riguarda l’organizzazione dei sistemi di istruzione”.