Home Politica scolastica Unicobas: “Troppi profili di incostituzionalità. Presidente, non firmi!”

Unicobas: “Troppi profili di incostituzionalità. Presidente, non firmi!”

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In vista della promulgazione della legge di riforma della scuola, continuano le dichiarazioni e gli appelli soprattutto quelli rivolti al presidente Mattarella nel tentativo di impedire che la legge venga definitivamente firmata.
Fra gli ultimi documenti in questa direzione vale segnalare quello molto ampio e analitico (più di 20mila battute) sottoscritto dall’Unicobas che riassume non meno di una decina di ipotesi di incostituzionalità (ipotesi che però, è bene ricordarlo non sono emerse nel corso dell’esame del provvedimento da parte delle Commissioni Affari Costituzionali di Camera e Senato).
La questione più delicata riguarda forse la disparità di trattamento fra docenti e ATA: mentre questi ultimi manterrebbero la titolarità nella istituzione scolastica, per i docenti la titolarità sarebbe legata agli albi territoriali e quindi, di fatto, sarebbe debole e aleatoria.
Ci sono poi la valutazione dei docenti da parte di persone che non hanno titolo professionale per svolgere un compito così complesso e delicato (genitori e studenti) e le altre modifiche che la legge introduce, più o meno direttamente, su punti che invece sono materia di natura contrattuale
Ma c’è un aspetto che più di tutti sta a cuore all’Unicobas che scrive: “Gli insegnanti sono lavoratori non subordinati. La libertà d’insegnamento è un diritto indisponibile, perciò non può essere subire modifiche senza previa ‘alterazione’della Costituzione”.
E, secondo d’Errico, la chiamata da parte del dirigente scolastico sembra mettere seriamente in discussione il principio della libertà di insegnamento.
Difficile dire se basteranno queste (e altre) osservazione per fermare la mano di Mattarella. E’ probabile di no, quasi certamente il Presidente promulgherà la legge (c’è da credere che cui passaggi più complessi del provvedimento siano già stati concordati fra esecutivo e Quirinale) ma tutti questi punti interrogativi non sono di buon auspicio per un sereno avvio della riforma che – al contrario – si preannuncia denso di difficoltà e di contrasti sia politici sia giuridici.