
Durante la pandemia da Covid avere chiuso le scuole per diversi mesi ha rappresentato una vessazione nei confronti degli alunni, provocandogli danni non indifferenti a livello psicofisico. Ma non solo a loro, perchè i danni si sono riversati su tutta la società: a sostenerlo sono i parlamentari di Fratelli d’Italia che fanno parte della commissione bicamerale d’inchiesta sul Covid.
Perchè si è abusato delle chiusure
Riprendendo le parole di Eugenio Serravalle, pediatra presidente dell’Associazione studi e informazione sulla salute, i deputati sono giunti alla conclusione che “le rigide misure politiche adottate dai governi italiani durante la pandemia di Covid – ha detto il pediatra – assumono sempre più i contorni di vere e proprie vessazioni immotivate, specie nei confronti di giovani e giovanissimi”.
La commissione ha calcolato che l’Italia, con 341 giorni di chiusura, si è posizionata di gran lunga sopra la media europea di 138 giorni di scuole chiuse: ciò, malgrado, ha aggiunti i deputati di FdI, “lo stesso Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie avvisava che la chiusura delle scuole avrebbe dovuto essere usata ‘come ultima risorsa’, perché ‘l’impatto negativo sulla salute fisica e mentale e sull’istruzione di una chiusura proattiva delle scuole per i bambini, così come l’impatto economico sulle società in generale, probabilmente supererebbe i benefici'”.
I danni prodotti ai giovani
I parlamentari del primo partito di governo tengono anche a ricordare che “il confinamento dei più giovani tra le mura domestiche implica una diminuzione dell’attività fisica, nonché l’aumento del consumo di cibo spazzatura, di esposizione agli schermi e di disturbi psicopatologici, i quali sono infatti aumentati a seguito della pandemia”.
Quindi aggiungono che il pediatra “Serravalle, a conferma dell’inutilità delle misure draconiane contro i più piccoli, ha citato studi che dimostrerebbero la minore contagiosità dei bambini”.
Per concludere, i deputati di FdI sostengono che chi ha governato in quel periodo, tra il 2020 e il 2022, dovrebbe “rispondere del fatto che i lunghi periodi di chiusura delle scuole hanno causato, oltre a disturbi psicofisici, una perdita media di competenze degli studenti, generando così non solo un danno individuale, ma anche per l’intera società”.