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Vasco Rossi e la lode di un suo prof per un tema libero. Gramellini: “Dietro ogni creativo c’è sempre un grande docente”

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March 15, 2025

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Un bell’aneddoto che dimostra quanto gli insegnamenti di un docente possono rimanere nel cuore e nella mente dei propri studenti anche a distanza di tanti anni. A raccontarlo il rocker Vasco Rossi, in un post su Instagram.

“Mi ha dato la fiducia di potermela cavare con l’onestà e la sincerità”

Il cantante, 73 anni, ha pubblicato la foto di un suo tema scritto l’11 marzo del 1972, ben 53 anni fa. Ecco il racconto: “Quando facevo ragioneria avevo un professore di italiano bravissimo, un personaggio eccezionale, mi ha aperto il cervello. Le sue lezioni erano straordinarie, ci faceva pensare. Mi ricordo che un giorno venne in classe e diede da fare un tema libero, senza titolo. Non sapevo cosa scrivere, non riuscivo a cominciare”, ha esordito.

“Gli altri avevano già iniziato ma io non riuscivo, non mi veniva niente… allora ho cominciato a scrivere questo: se non mi date un titolo la mia fantasia non riesce a scrivere niente, mi sentivo con le spalle al muro, ho descritto proprio quella sensazione e alla fine l’ho intitolato tema libero sul tema libero. Aspettavo il momento della consegna, immaginavo il professore arrivare e dirmi che mi voleva bruciare vivo. Quando arrivò davvero, si alzo e disse: ‘Vorrei leggervi il tema che mi è piaciuto di più’; era il mio e mi ha dato tra il 9 e il 10. Una cosa incredibile, è stato quello che mi ha dato la fiducia di potermela cavare con l’onestà e la sincerità. Quando sei alla frutta, con le spalle al muro, se lo dici poi alla fine va bene. Un meccanismo che uso ancora quando scrivo le canzoni”, ha concluso.

Il contenuto del tema

Insomma, quel docente ha dato fiducia al giovane Rossi, che ha potuto sentirsi libero di esprimersi anche, poi, scrivendo testi di canzoni. Ecco alcuni stralci del tema: “Non ho mai capito se la prova scritta di classe sia per me o per il professore, nel senso che non so se debba servire a me per spiegare qualcosa a lui o se debba servire a me per pensare o magari dissertare filosoficamente con me stesso. Mi rifiuto di credere che sia solo una arida e sterile prova della mia conoscenza grammatico – letteraria. Un tema libero dovrebbe essere l’espressione più ampia e aperta della mia libertà di scelta. Ma sono tanto abituato ormai a lasciare decidere agli altri che improvvisamente mi trovo confuso. Vorrei parlare di tutto, proprio perché non mi è stato mai concesso di vagare o di uscire da un dato, preciso argomento. Ho dovuto imparare ad usare la mia fantasia limitandola e così facendo l’ho quasi distrutta”.

“Ma questo è niente rispetto al problema dell’I.V.A. Un ragioniere che non sia ‘specializzato’ non serve! La nostra civiltà, oggi, ha bisogno di tecnici di altissimo livello! L’uomo che sogna non serve! E le madri non protestano nel vedersi strappare i figli dal seno per impiegarli e trasformarli in una massa informe di materia grigia, da bruciare come elemento propulsore di questa civiltà. Tutto questo è tanto triste quanto di una evidenza pazzesca. Eppure a volte sono costretto a chiedermi se sono io, il pazzo visionario. La maggior parte di quelli che mi circondano, pare che non si accorgano di niente. Ho provato qualche volta a parlare, a cercare di spiegare, ad urlare, ma nessuno mi ha mai sentito e intanto il tempo passa e io resto qui a cercare di inventare o di sognare qualcosa, con quell’ultimo, piccolo e stanco moncone di fantasia che mi è rimasto. E non riesco. Dove andrà a finire l’uomo: è una domanda ormai molto sfruttata che lascia sempre trasparire tanta malinconia, e forse è il presentimento animale di una brutta fine”.

A commentare è stato, sulla sua rubrica su Il Corriere della Sera, il giornalista e conduttore Massimo Gramellini: “Nella biografia di ogni persona creativa non c’è necessariamente un grande genitore, ma c’è sempre un grande professore”.

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