L’esodo Sud – Nord non riguarda solo le immissioni in ruolo degli insegnanti tramite la legge 107/15, ma anche il sistema accademico italiano. A tal proposito sul sito web ROARS si legge che l’equivalente di quasi 700 ricercatori sono stati prelevati dagli organici delle università del Centro-Sud e trasferiti d’ufficio negli atenei del Nord-Italia nel corso di soli quattro anni. Questo è il travaso complessivo prodotto dai perversi meccanismi dei punti organico. Un danno forse irreversibile che causerà la chiusura di interi corsi di laurea, dipartimenti, atenei.
Ma cosa sono i punti organico? Sono, come scrive Il Sole 24 Ore, l’unità di misura delle assunzioni, basata sul costo medio annuo di ogni tipologia di personale. In generale, il professore ordinario vale un punto organico, l’associato 0,7 e il ricercatore 0,5, mentre il personale tecnico vale 0,3 punti organico. Se un ordinario è però scelto fra gli associati interni all’ateneo, l’università calcola solo la differenza di costo fra i due livelli, quindi 0,3. I punti organico sono distribuiti in base ai limiti alle spese di personale e all’indebitamento: il limite di debito che impatta sul turn over è al 10% delle entrate, quello che impedisce nuovi mutui è al 15%.