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I diplomati magistrali scrivono al Papa

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Amareggiati, delusi e rimasti senza più nessun interlocutore, dopo l’ennesima beffa della politica che li ha esclusi dall’ingresso nelle graduatorie ad esaurimento bocciando l’emendamento del 12 novembre 2015 in commissione bilancio del senato alla legge di stabilità, i diplomati magistrali scrivono a sua santità rivolgendogli un accorato appello.

 

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In questi giorni, il Prof. Liberato Gioia, fondatore e rappresentante del comitato per l’inserimento dei diplomati magistrale in Gae, dopo aver raccolto le sconfortate istanze di circa 2.000 membri aderenti al comitato, ha inviato al vaticano una lettera di cui vi proponiamo il testo in lettura:

“Sua Santità Papà Francesco,

le scrivo per manifestarle personalmente la mia più grande e doverosa stima, poiché Lei rappresenta per ogni Cristiano, il portavoce di valori importanti ed universali. Confido nella bontà del Signore e nella Sua Misericordia, trovo conforto nelle Parole dell’Antico Testamento, in cui la Parola di Dio diventa esempio di vita e modello spirituale. Apprezzo altresì i Suoi interventi a favore dei disoccupati, precari, esodati e la gente umile.

Pertanto, ho deciso di metterla a conoscenza di una grave ingiustizia, che lo Stato Italiano e i vari governi, che si sono succeduti negli anni, stanno reiterando contro alcuni lavoratori e cittadini onesti del mondo della scuola. Le spiegherò brevemente la vicenda. Fino all’anno 1999, il diploma magistrale conferiva l’abilitazione per insegnare nelle scuole dell’infanzia e primaria e quindi dava il diritto di iscriversi nelle Graduatorie Provinciali e di fare supplenze, acquisendo punteggi, in vista del ruolo.

Si utilizzava un doppio canale, per entrare di ruolo nella scuola: il concorso, oppure la suddetta Graduatoria Provinciale. Nel 1999, a seguito di un mega concorso con migliaia e migliaia di vincitori, il Ministero ha deciso di togliere valore abilitante al diploma e di istituire un percorso di laurea in Scienze della Formazione Primaria e dal 2002 l’abilitazione all’insegnamento si consegue solamente con la laurea. L’errore grave è stato di togliere l’abilitazione anche per chi si è diplomato prima del 2002 e di permettere a questi diplomati magistrali ante 2002 solamente l’iscrizione alla terza fascia d’istituto, quella dei non abilitati.

Questo “errore non ha permesso ai diplomati magistrale di essere inseriti nelle GAE. Infatti, nel 2006 l’allora Ministro Fioroni ha chiuso le Graduatorie Provinciale, che erano state in seguito ridefinite Permanenti, trasformandole in Graduatorie ad Esaurimento (GAE) con l’intenzione di assumere tutti gli abilitati nel più breve tempo possibile (cosa che non è poi avvenuta) senza nessun tipo di concorso.

Questo “errore” ci è costato in termini di carriera, in quanto non ci è stata data la possibilità di ottenere per 15 anni un contratto a tempo indeterminato, privandoci del diritto di fare il concorso. Difatti, il diploma magistrale è stato riconosciuto abilitante a tutti gli effetti di legge dal D.P.R. del 25/3/2014 pubblicato in G.U. n. 111 del 15/5/2014, e anche successivamente, una sentenza del Consiglio di Stato ha sancito, una volta per tutte, che noi Diplomati Magistrale ante 2002 siamo abilitati per sempre all’insegnamento e che quindi avremmo avuto il diritto di essere inseriti nelle Graduatorie Permanenti e di conseguenza nelle Graduatorie ad esaurimento (GAE). Alla luce di questa sentenza, noi Diplomati Magistrale ante 2002 siamo stati inseriti nel 2014 con l’aggiornamento delle graduatorie, (cosa che avviene ogni 3 anni) in seconda fascia d’istituto quella riservata agli abilitati dopo il 2006.

Noi “DM ante 2002” facemmo richiesta di iscrizione nelle Gae, anche questa possibilità ci è stata negata. Il Ministero (Miur) si è difeso dicendo che la richiesta risultava tardiva, essendo le Gae chiuse per legge dal 2006, così abbiamo dovuto nuovamente ricorrere, alcuni al TAR altri al PDR, altri ancora al Giudice del Lavoro per ottenere il diritto di essere iscritti nelle Gae in quanto il nostro diritto di iscrizione risale appunto a prima del 2006. Allo stato attuale la nostra situazione è fra le più ingarbugliate.

Infatti chi di noi ha vinto il ricorso prima dell’entrata in vigore della legge 107 luglio 2015 (cosiddetta buona scuola) è riuscito ad entrare nelle Gae e in alcuni casi ad ottenere il ruolo (assunzione a tempo indeterminato) con la prima fase delle assunzioni, chi invece ancora aspetta la sentenza del Presidente della Repubblica che dovrebbe esprimersi invece “erga omnes” (cioè con un decreto valevole per tutti i DM ante 2002) e non solo per i ricorrenti come invece può fare il Consiglio di Stato. Ci aspettiamo che il Presidente della Repubblica si esprima nel più breve tempo possibile, ci aspettiamo che il Ministro ponga fine a questa continua discriminazione fra docenti con lo stesso titolo valevole per l’ingresso nelle Gae e quindi l’accesso al ruolo.

Infine, si spera che il governo voglia trovare una soluzione politica alla questione del Dm ante 2002, cosa che non è successa finora. Ci sono padri e madri di famiglia, gente che si ritroverebbe da un giorno all’altro senza un lavoro, disperata e senza futuro, sull’orlo del suicidio. Ci viene chiesto di sostenere l’ennesimo concorso, dall’esito incerto, pur possedendo già il titolo ed essendo abilitati. Inoltre, non tutti hanno il denaro necessario per sostenere un ricorso legale: ennesima discriminazione nell’ingiustizia! Il Governo Renzi è assente, sordo ad ogni appello, nessuno ci ascolta, nemmeno le Tv e i giornali nazionali (che ascolterebbero Lei). Ho fondato un Comitato su Facebook e le scrivo a nome anche di tutti i membri (siamo circa 2000 persone, tra docenti e genitori che ci appoggiano).

Rappresento tutti, soprattutto famiglie con piccoli, che hanno diritto ad una vita felice e dignitosa. Il papà e la mamma hanno il bisogno di continuare a lavorare, la serenità è fondamentale, soprattutto per i bambini. Il Governo Italiano sta negando tutto ciò, quasi come se il lavoro fosse l’appendice e non il perno della vita di un essere umano e della famiglia stessa. Sua Santità, al di là dell’aspetto legislativo che è complesso, le chiedo di intervenire urgentemente in prima persona e spendere anche qualche parola per noi, cercando di sensibilizzare il Governo Italiano e il nostro Presidente della Repubblica, per porre fine a questa gravosa ingiustizia e di parlarne pubblicamente nei mass-media. Se lo ritiene opportuno, sarei disponibile ad incontrarla con alcuni membri del Comitato, in modo da spiegarle meglio da vicino il problema e raccontarle dal vivo le nostre storie, in quanto vittime di ordinaria ingiustizia”.