“Serve un esercito di maestri elementari”: a rievocare le parole dello scrittore Gesualdo Bufalino, è stata Maria Falcone, a margine del premio Educals a Montesilvano.
Secondo a sorella del magistrato assassinato nel maggio del 1992, per sconfiggere le mafie e far trionfare la legalità è necessario lavorare sui giovani, “cominciando ad educarli già dall’inizio, a partire dalle scuole elementari”.
“I ragazzi – ha detto la professoressa Falcone – devono capire che la legalità, bene o male, premia, devono capire che lavorare per la criminalità li porta alla morte o al carcere, devono imparare che per vivere bene bisogna per forza rispettare le regole. Io cerco di trasmettere questi principi ai giovani, portando loro l’esempio di Giovanni Falcone, perché già parlare di Giovanni li accosta a questi problemi ed aiuta a capire che è importante, per poter vivere bene insieme, il rispetto delle regole”.
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I giornalisti hanno chiesto a Maria Falcone cosa sia cambiato dalla morte del fratello ad oggi: “ci siamo resi conto di cosa sia la mafia – ha risposta la donna – : pensiamo che quando Giovanni arrivò a Palermo, all’inizio degli anni ’80, si pensava addirittura che non esistesse; poi sappiamo bene cosa ha saputo dimostrare in quei tremendi anni ’80 e all’inizio del ’92”.
“La presa di conoscenza di quello che è il problema e di come non possa essere sottovalutato, soprattutto dalle nostre istituzioni è già un grande passo in avanti”, ha concluso.
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