Alcune maestre iscritte al sindacato DELSA scrivono alla ministra Stefania Giannini affinchè non faccia passare la creazione nel solo trentino una fascia di graduatoria totalmente riservata ai maestri laureati in Scienze della formazione primaria, permettendo a ben 250 di questi di scavalcare in graduatoria le maestre abilitatesi prima di loro con il “vecchio” sistema del diploma magistrale e con anni di servizio alle spalle. Moltissimi poi, i docenti arrivati da fuori regione per l’occasione, approfittando dell’incredibile apertura delle Gae nel solo Trentino.
ecco il testo riportato da lavocedeltrentino.it
“Gentile Ministra, Lei con disponibilità ed evidente incredulità ci ha ascoltate, chiedendo di essere tenuta aggiornata su quanto avvenuto. Vogliamo ottemperare a questa promessa e soprattutto sollecitare un Suo immediato intervento. (…) ciò ha significato per noi la perdita pressoché totale di chance lavorative e un ritorno alla precarietà più assoluta che caratterizzava gli albori della nostra esperienza lavorativa. Non parliamo poi dell’umiliazione nel vedere in classe docenti ( molti neo laureati) al nostro posto, dopo che per 15 anni abbiamo prestato appassionato servizio nella scuola trentina. Riteniamo che questo non sia degno di un paese meritocratico né tantomeno di una “BUONA” scuola che punta alla qualità per i propri docenti e alunni”.
Proseguono le docenti:”Ci chiediamo come sia possibile che il governatore Rossi possa agire passando avanti persino al Ministero e danneggiandoci apertamente rispetto al resto di Italia dove i laureati in SFP e i diplomati magistrali ante 2002 sono attualmente nella stessa fascia e nella stessa graduatoria. Ciò, sulla base di una sentenza del CONSIGLIO DI STATO che ha obbligato il Miur a non reiterare più alcun tipo di discriminazione tra queste due categorie di docenti”.
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Della questione si è interessato il Movimento 5 stelle, mentre le maestre nella loro lettera scrivono ancora: “abbiamo immediatamente fatto ricorso collettivo attraverso il sindacato autonomo DELSA ma nutriamo poche speranza di vittoria, visto che i giudici del Tar di Trento sono, caso unico in Italia, per metà di nomina politica”.
“L’incredibile paradosso è che una provincia autonoma utilizzi la competenza che lo Stato le ha delegato per danneggiare e squalificare il proprio personale anziché tutelarlo, aggiornarlo e valorizzarlo come risorsa interna del proprio sistema. Ci sentiamo impotenti di fronte a tanto abuso del potere autonomistico e pertanto invochiamo una Sua risposta e un Suo deciso intervento” .
“C’è da credere che, – conclude la nota di Delsa – leggendo queste parole, più di un esponente del partito del Governatore Rossi (PATT) accusi qualche bel mal di pancia. Da tempo a Roma non tira certo una buona aria rispetto alle autonomie, staremo a vedere come e se risponderà la Ministra”