Il piano allegato al disegno di legge prevedeva lo stanziamento di 1.255 milioni di euro nel triennio 2002/2004. Nel frattempo il Governo ha trovato solo 10 milioni di euro da inserire nella scorsa finanziaria, i cosiddetti "fondi a rotazione". Ognuno, per primi i Comuni, va avanti come può utilizzando parte della somma.
Stanno venendo intanto fuori tanti modelli. C’è il modello "milanese", detto dei "nidi in casa", aperti nelle famiglie e nei condomini. C’è, poi, il modello "romano" che prevede le "tate a domicilio". C’è, infine, il modello ’emiliano’ che prevede l’ampliamento del 15% degli asili comunali già esistenti.
C’è un altro modello che prevede l’apertura di asili e micro-nidi ‘integrati’, all’interno, cioè, delle stesse scuole dell’infanzia.
È quello chi si sta costruendo in Calabria dove, in questo momento un’apposita recente delibera della Regione Calabria sollecita la presentazione di progetti da finanziare con i fondi regionali per attrezzare nidi e micro nidi idonei ed attigui alle scuole dell’infanzia.
All’iniziativa aderiscono la maggior parte delle scuole federate della Fism di Reggio Calabria alla quale le medesime, in possesso di capacità tecnico-economico-organizzativa e gestionale, hanno conferito delega di rappresentanza.
L’attività di servizio all’interno dei "micro-nidi", aperti ai bambini e alle bambine fino a tre anni di età senza alcuna distinzione, dovrà svolgersi per fasce di età omogenee ed essere strettamente collegata alle scelte educative, ai tempi di lavoro dei genitori ed alle esigenze locali talché il funzionamento potrà essere a tempo pieno o a tempo parziale.
I gestori dovranno impegnarsi a valorizzare il ruolo delle famiglie, ad assicurare la massima informazione sui servizi, ad assicurare la presenza del medico pediatra, ad accrescere la personalità degli educatori, a promuovere iniziative di formazione del personale prima dell’assunzione in servizio.
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