Un’ex insegnante americana, Miriam Altman, ha creato un’applicazione per monitorare la frequenza scolastica degli studenti. Si chiama Kinvolved e coinvolge genitori e insegnanti nel fine supremo di evitare assenze ingiustificate dalla scuola e un monitoraggio continuo del profitto, sebbene intervenga in modo massiccio sulla privacy di ciascuno studente.
Ma il fine giustifica l’app che per ora ha coinvolto un centinaio di scuole negli Stati Uniti e in modo particolare quelle dove la dispersione è moto alta.
Ma come funziona? Secondo quanto spiega La Repubblica, l’istituto che sceglie di servirsi dell’app la installa nei telefoni degli insegnanti che lo desiderano. Di ogni studente viene creato un profilo personalizzato che il professore può visualizzare quando vuole e anche condividerlo con la famiglia. L’applicazione raccoglie dati statistici e li organizza per monitorare l’andamento scolastico, le assenze, i ritardi, il numero di minuti persi per ogni lezione. Degli sms di alert vengono inviati alle famiglie direttamente dall’insegnante: brutte notizie, ma anche eventuali miglioramenti o “redenzioni”. I genitori sono avvisati sull’esito degli esami o in caso di progetti e attività extra-scolastiche.
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Il progetto di questa particolare App ha avuto il primo finanziamento nel 2013 e a oggi, spiega la sua inventrice, sono stati mandati più di 500mila messaggi (in lingue diverse, nelle quali l’applicazione è disponibile). Il 90% degli insegnanti che usa Kinvolved dichiara che migliora la comunicazione in classe, il 76% dice che anche l’approccio con i genitori è favorito, il 73% che l’applicazione interviene concretamente sul comportamento dello studente, invogliandolo a impegnarsi di più.
Kinvolved può interagire con i sistemi informatici scolastici e incrociare i suoi dati con quelli di database più ampi: le sue potenzialità devono ancora trovare una concreta espressione.
I numeri, fra l’altro, darebbero ragione a Kinvolved: i genitori sono connessi con la scuola via smartphone (e imparano a usarlo), così “si avvicinano alle modalità di comunicazione usate quotidianamente dai loro figli, evitando di essere tagliati fuori dalle loro vite innanzitutto per incompetenza tecnologica. Ci piacerebbe molto – dicono i costruttori dell’app- espanderci fuori dagli Stati Uniti, ma per ora, visto tutte le questioni legali e burocratiche da mettere in atto, siamo in una fase ancora iniziale e locale'”.
E sul nodo “privacy” ci tiene a specificare che Kinvolved aderisce alla rete di Errore: Riferimento a collegamento ipertestuale non valido, un vademecum per una corretta raccolta e utilizzazione dei dati esclusivamente a scopo educativo.