Il decreto firmato il 2 settembre dal ministro dell’Economia congiuntamente al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, e che deve essere ancora registrato alla Corte dei Conti e pubblicato sulla "Gazzetta Ufficiale", ha già sollevato numerose polemiche da parte dei sindacati che lo considerano "un sostanzioso regalo fatto alle scuole private". Opposizione e sindacati ritengono "anticostituzionale investire somme pubbliche per favorire e incentivare lo sviluppo del privato". Per loro, infatti, "non si tratta di un contributo alle famiglie a più basso reddito come in un primo momento si era ipotizzato" in quanto per l’assegnazione dei fondi non contano le condizioni economiche dei destinatari.
Il "bonus", destinato a coloro che hanno il domicilio fiscale in Italia, servirà a coprire parte delle rette per l’iscrizione alle elementari, medie e al primo anno superiore. Il numero dei possibili destinatari del contributo oscilla dalle 100 alle 200mila unità. Saranno le scuole paritarie a trasmettere, poi, le domande via Internet ed il Ministero effettuerà dei controlli incrociati per verificare se oltre al contributo statale lo studente benefici di contributi regionali.
Le domande dovranno essere presentate a scuola, o ai competenti Csa, su modello elettronico disponibile sul sito del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca: www.istruzione.it.
I beneficiari potranno incassare, poi, il contributo presso gli uffici delle Poste Italiane SpA.
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