“Alternanza scuola – disoccupazione” e se in Lombardia qualche parrocchia questo benedetto tirocinio previsto dalla cosiddetta “buona scuola” riescono a farlo, al Sud, dove di imprese non c’è nemmeno l’ombra, è praticamente impossibile.
Si tratterebbe, scrive Formiche.it, del solito proclama di “sua annunciazione” il premier, mentre potrebbe pure partire una denuncia a Renzi e al suo programma dell’alternanza scuola-lavoro-disoccupazione.
E infatti qualcuno dovrebbe spiegare al premier che ridurre la scuola a un percorso finalizzato a entrare nel mondo del lavoro è sacrificare la conoscenza all’economicismo più bieco. Questa good practice coinvolge gli studenti a partire dal terzo anno delle superiori: qualcuno glielo dice al premier, puntualizza Formiche.it, che a 16 anni i ragazzi hanno ancora zainetti con le principesse e i guerrieri? Cosa minchia devono capire di impresa, bilanci, bollatrici, sindacati e tutto il resto?
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Qualcuno glielo spiega a Renzi e allo Giannini- insiste Formiche.it -che le scuole non hanno neanche i soldi per pagarsi un caffè? Quando questi studenti dovranno uscire per andare fare questo tirocinio come si pagano gli spostamenti?
In effetti a pensarci bene delle aziende veramente nazionali che operano da Nord a Sud, in salute e che hanno mezzi e risorse per assorbire questi stage in Italia ci sono. E sono 3. Le ragioni sociali sono ubicate in Sicilia, Calabria e Campania. Ma si può dire che sono delle multinazionali.