Papa Francesco, incontrando mercoledì 17 febbraio il mondo del lavoro messicano nel palazzetto dello sport del Colegio de Bachilleres di Ciudad Juárez, ha chiesto ai governanti locali più istruzione e lavoro, che sembra proprio un messaggio lanciato anche alla nostra politica, litigiosa e spesso travata con le mani nella marmellata: “Uno dei più grandi flagelli a cui sono esposti i giovani è la mancanza di opportunità di istruzione e lavoro sostenibile e redditizio che permetta loro di fare progetti; e questo genera in tanti casi e tanti casi di situazioni di povertà e di emarginazione. E questa povertà ed emarginazione è il terreno più favorevole per cadere nella spirale del narcotraffico e della violenza. È un lusso che oggi non ci possiamo permettere; non si può lasciare solo e abbandonato il presente e il futuro del Messico”.
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“Purtroppo – riporta l’Osservatore Romano – il tempo in cui viviamo ha imposto il paradigma dell’utilità economica come principio delle relazioni personali. La mentalità dominante — dappertutto — propugna la maggior quantità possibile di profitti, a qualunque costo e in modo immediato. Non solo provoca la perdita della dimensione etica delle imprese, ma dimentica che il miglior investimento che si può fare è quello di investire sulla gente, sulle persone, sulle famiglie. Il miglior investimento è quello di creare opportunità”.