I finanziamenti per la "sperimentazione" della riforma spettano di fatto a tutte le scuole elementari: lo precisa il Ministero in una nota datata 5 settembre, ma diramata di fatto nella giornata odierna.
Il problema era nato dal fatto che con circolare n. 66 il Miur aveva disposto che il 50% delle risorse finanziarie stanziate dalla legge 440/97 venisse destinato a sostenere l’avvio della riforma. Secondo una interpretazione restrittiva tale quota avrebbe dovuto essere ripartita fra le scuole che si fossero impegnate ad applicare le "Indicazioni nazionali per i piani di studio personalizzati".
Immediata la reazione sindacale e della Cgilscuola in particolare: "Si tenta di costringere le scuole ad aderire alla sperimentazione – è stato questo il ragionamento sindacale – facendo balenare l’idea che chi non accetta di sperimentare avrà anche un finanziamento inferiore. Secondo noi il finanziamento va dato a tutte le scuole primarie, perchè tutte sono impegnate ad introdurre nel proprio POF l’inglese e l’informatica fin dalle prime classi".
Ma d’altronde adesso il Miur non ha più alcun motivo di ricorrere a stratagemmi di dubbia utilità per convincere le scuole ad aderire alla sperimentazione: come da noi annunciato già nella giornata di ieri, nel corso della prossima seduta del Consiglio dei Ministri verranno quasi certamente approvati i primi decreti applicativi della legge n. 53, tra i quali il piano finanziario e il programma di attuazione delle innovazioni previste per la scuola primaria (insegnante tutor, diversa organizzazione oraria, portfolio delle competenze individuali, ecc..).
E così, con la nota del 5 settembre, il Ministero scioglie finalmente ogni dubbio interpretativo e afferma testualmente:
"Si precisa che le risorse finanziarie in questione (il famoso 50% dello stanziamento complessivo, ndr) sono correlate all’ avvio della riforma degli ordinamenti scolastici".
"Tale avvio, per l’anno 2003/2004 – prosegue la nota ministeriale – è rappresentato dall’introduzione, in via generalizzata, nei primi due anni della scuola primaria, dell’insegnamento dell’inglese e dell’alfabetizzazione informatica".
La cifra di cui si parla si aggira complessivamente sui 50milioni di euro e – a questo punto – sarà pari a circa 10mila euro per ciascuna istituzione scolastica.