Formare le giovani generazioni rinsaldando i principi presenti nella democrazia del nostro paese è uno dei ruoli che ha la scuola così come mettere gli studenti in guardia su possibili tentazioni che fanno leva sugli adolescenti messe in campo dalle organizzazioni terroristiche per reclutare nuovi combattenti.
Il fenomeno non è molto diffuso nel nostro continente ma l’Unione Europea ha approvato una risoluzione dopo i fatti di Parigi sulla prevenzione della radicalizzazione e del reclutamento di cittadini europei da parte di organizzazioni terroristiche.
Bene dunque se nelle scuole si parli ai giovani di terrorismo con persone qualificate ed esperte nel settore per sensibilizzare gli studenti sul tema del terrorismo e sul problema del reclutamento da parte dell’Isis di giovani donne e giovani uomini, fenomeno meno avvertito in Italia rispetto a Paesi come la Francia e la Germania, ma pur sempre presente e in crescita. Un dibattito con al centro questi temi, si è tenuto a Soverato, promosso dall’ITE Calabretta in collaborazione con l’Osservatorio Falcone-Borsellino-Scopelliti al quale hanno partecipato gli studenti della scuola calabrese insieme a diversi docenti della scuola e due giornaliste del Corriere della Sera: Giusi Fasano e Marta Serafini.
La prima di origini Calabresi è da decenni firma del giornale milanese ed ha narrato stando sempre in prima linea tanti drammatici avvenimenti in Italia e all’estero, la seconda, lavora agli Esteri ed ha scritto “Maria Giulia che divenne Fatima”, instant book nato da una conversazione Skype con la prima jihadista italiana. Il dibattito è stato introdotto da Gilio Demasi, dirigente scolastico dell’ITE e Susanna Perri, vicepreside nonché presidente della Soroptimist di Soverato che hanno ricordato l’importanza dell’educazione alla legalità. Carlo Mellea, presidente dell’Osservatorio ha ricordato l’impegno costante della sua associazione nella lotta contro una società al limite della barbarie in cui l’unica arma che i giovani devono impugnare è la cultura. Il presidente Mellea ha rievocato un’espressione del Dott. Caselli “Non credete alle mie parole ma andate a verificare”, per spronare i ragazzi allo studio costante, all’informazione, alla verifica individuale di quanto loro impartito. Quindi è intervenuta Marta Serafini che ha focalizzato il problema del reclutamento da parte dell’Isis di giovani donne e giovani uomini. La giornalista ha evidenziato l’inganno sotteso alla promessa di un mondo migliore, il lavaggio del cervello fatto da parte dei gruppi terroristici a ragazze che, fuggendo dalle loro realtà, si trovano poi imprigionate in contesti diversi da quelli prospettati. La giornalista non ha mancato di operare una netta distinzione tra quel che professa l’antichissima religione dell’Islam e quanto sostenuto dai gruppi terroristici.
Giuseppina Fasano ha aperto il suo intervento ponendosi e ponendo un interrogativo: perché una ragazza dovrebbe cominciare a frequentare gli ambienti chiusi dei messaggi islamici tramite internet e iniziare a radicalizzarsi compiendo un percorso di avvicinamento personale, fisico al mondo islamico? Raccontando agli studenti di aver letto vari diari di persone avvicinatesi all’Isis e di aver rilevato il dato comune della prospettiva di un mondo meraviglioso, la giornalista ha ricordato, tra l’altro, l’episodio di un’irruzione nel 2002 nel teatro di Dubrokva a Mosca da parte di un commando di circa quaranta donne che, con cinture esplosive addosso, sequestrarono 850 persone tra cui un generale di polizia russo.
Molti studenti sono intervenuti nel dibattito finale cercando di capire cosa possa spingere addirittura al suicidio le donne reclutate dall’Isis, come mai un’organizzazione di 60 Paesi non riesca sconfiggere il movimento terroristico, quale sia l’attuale situazione in Siria. Domande e risposte che hanno rappresentato per gli studenti uno stimolo per un momento di riflessione su problemi attuali e fornendo loro al tempo stesso strumenti aggiuntivi nei percorsi di formazione di crescita.