Erano presenti tutti i tutor dei percorsi A, B e C e i dirigenti scolastici delle scuole sedi dei corsi della regione Calabria. Hanno inoltre partecipato con propri contributi i dirigenti di tre regioni (Piemonte, Lazio e Sardegna) in rappresentanza del Nord, del Centro e del Sud della penisola.
Il confronto dell’esperienza fra le tre realtà territoriali è stato ampio ed ha occupato i lavori dell’intera mattinata. Il pomeriggio, durante una tavola rotonda, il confronto ha coinvolto il Ministero dell’Istruzione, l’Invalsi e l’Indire. Erano presenti alla tavola rotonda anche soggetti non istituzionali come i rappresentanti della stampa e l’Asphi che ha portato il punto di vista dell’uso delle Ict nel recupero delle disabilità. Ha coordinato la tavola rotonda il Cnr di Genova.
E’ emerso un quadro ricco e problematico.
La disponibilità dei docenti è stata superiore all’offerta sia nella fase di reclutamento dei tutor dei vari percorsi, sia in quella di selezione dei docenti da formare. In molte Regioni si sta per concludere il percorso A, è in uno stato avanzato quello B e sta per avere inizio il percorso C. L’Invalsi ha fornito dei primi dati sul monitoraggio effettuato e relativo al percorso A. Emerge da un campione rappresentativo dell’intero universo dei partecipanti, che solo un fisiologico 5% si è dichiarato insoddisfatto dell’esperienza. Per il resto il campione ha espresso consenso pieno o elevato. Non sfugge a nessuno e lo ha sottolineato, durante la tavola rotonda Mazzella dell’Indire, come il semplice “attestato” sia ben povera cosa per compensare la fatica e l’investimento personale anche finanziario, dei vari docenti coinvolti.
L’esperienza di PuntoEdu si è confermata come un valido modello formativo e come piattaforma tecnologica adeguata, anche in un contesto così complesso come è quello della formazione di circa 200 mila docenti.