Come volevasi dimostrare, la trattativa del Miur con i Sindacati che aveva portato ad una pre-intesa con la quale si sarebbero potuti salvare dagli ambiti territoriali e dalla chiamata diretta solo i docenti immessi in ruolo fino al 2014/15, ivi inclusi i soprannumerari, é fallita, troncata dal parere negativo del DEF, quindi si attende un decreto attuativo che definisca gli ultimi dettagli di un piano di deregulation del reclutamento finora trasparente su graduatoria.
Probabilmente quella di tirarla alle lunghe é stata una scelta tattica finalizzata a tagliare ogni ulteriore ipotesi di diversa soluzione per i tempi ormai più che agli sgoccioli necessari per le procedure di mobilità.
Inutile dire che noi Partigiani della Scuola Pubblica abbiamo contrastato queste ipotesi di accordo fin dal principio, perché distoglievano dalla mobilitazione che era e rimane l’unica soluzione possibile, anche a fronte di una intesa che avrebbe iniziato col mandare a regime di chiamata diretta i docenti neo immessi in ruolo.
Tutto il mondo del lavoro, non solo i docenti, deve essere reso consapevole fino in fondo dai Sindacati, che finora hanno provveduto a narcotizzare gli iscritti con informazioni ottimistiche, volte a minimizzare i loro insuccessi diplomatici, dell’operato del Governo ai loro danni.
Adesso é giunta l’ora di dire pane al pane e vino al vino, perché non ci deve essere nessun lavoratore impreparato di fronte al proprio destino deciso unilateralmente da questo Governo, perché tutti si attivino consapevolmente in queste campagne referendarie, tutte, e nelle imminenti elezioni amministrative.
Quanti docenti si incontrano nelle scuole che disconoscono la gravità della situazione, convinti che questa sia solo una delle tante leggi che dagli anni 90 ad oggi rubano un pezzo di futuro ai giovani e una fetta di reputazione e credibilità a loro, non peggiore delle altre, a tutto ciò alcuni si dichiarano rassegnati “Per spirito di servizio” .
Ben pochi tuttora colgono l’effettiva drammaticità della situazione e deridono o irridono i colleghi che li vogliono informare. Anche i Sindacati hanno le loro responsabilità, perché a parte alcuni, tra cui GILDA, che si é dissociato dalla preintesa farlocca, un mese fa nelle riunioni si perdevano finanche nei particolari di un contratto virtuale sulla mobilità, illudendo la gente che l’avessero già in tasca.
Oggi le OO.SS. devono richiamare a raccolta tutti quegli illusi e spiegare loro finalmente cosa li attende se non si mette in atto una mobilitazione permanente attraverso uno sciopero globale, scuole chiuse, scrutini bloccati anche a costo di precettazione, impegno attivo a portare firme e votanti a tutti i referendum, perché il Paese va amministrato guardando all’interesse di tutti i cittadini, non di più ma perlomeno come a quello dei petrolieri e dei banchieri per i quali si fanno “miracoli”!
Le politiche portate avanti da questo Governo sono da rigettare in blocco, noi Partigiani della Scuola Pubblica auspichiamo e lavoreremo attivamente perché la sovranità torni al popolo al più presto!