“Quando si parla di alunni delle scuole paritarie ci sono sempre rigurgiti di statalismo antico, che speravamo superato dopo 16 anni dall’approvazione della Legge 62/2000 di parità, voluta dall’allora ministro Luigi Berlinguer che ha sancito che le scuole paritarie erogano un servizio pubblico al pari delle scuole statali, facendo parte a peno titolo del Servizio Nazionale d’Istruzione” dichiara il presidente Luigi Sepiacci dell’ANINSEI, l’Associazione che riunisce gli Istituti non Statali di Istruzione, che poi prosegue: “non è questione di dare o meno aiuti alla scuola paritaria. Si tratta esclusivamente di garantire l’accesso al diritto allo studio a chi è meno fortunato. A chi già si trova a dover vivere una situazione di disagio, poiché affetto da una disabilità”.
“Volendo impropriamente colpire la scuola pubblica non statale” – precisa Sepiacci – “si finisce inequivocabilmente per danneggiare gli alunni disabili”.
“Attualmente per gli alunni affetti da disabilità non è garantita, al pari di tutti gli altri, la libertà di scelta del proprio sistema educativo. Ovvero di quello che si sente più vicino al proprio modo di essere ed alle proprie aspirazioni”.
“Oggi si vive questa profonda ingiustizia: l’alunno disabile che vorrebbe – lui o la sua famiglia – accedere all’istruzione paritaria, in alternativa a quella statale che oggi è la sua unica scelta obbligata da ragioni economiche, infatti è fortemente penalizzato in quanto non solo si deve pagare la retta piena, come tutti del resto, ma in più deve accollarsi in toto la spesa dell’assistente alla sua disabilità, dopo che ha già pagato come tutti con le tasse, la scuola statale”.
“E’ questa una profonda ingiustizia e mi stupisco”, analizza amaramente il presidente ANINSEI, “che proprio chi si autoproclama paladino dei più deboli, non riesca a coglierne la profonda contraddizione in termini”.
“Così come sembra, al tempo stesso, non comprendere che la scuola privata italiana non è sinonimo di scuola cattolica. Esiste infatti un vastissimo mondo laico al servizio dell’istruzione e dell’educazione: quello che noi istituzionalmente rappresentiamo”.
“E infine il dato che occorre cogliere è che i mille euro, che verrebbero giustamente previsti per l’assistenza ad ogni alunno disabile della scuola paritaria, sono solo una minima parte dei soldi che vengono costantemente utilizzati per la disabilità”.
“Infatti il costo lordo per ogni insegnante di sostegno nella scuola statale è pari almeno a 25 volte tanto”.
“Negare così ostinatamente questo contributo vuole significare solo negare il pieno diritto all’istruzione dei più deboli”, conclude infine il presidente di ANINSEI Luigi Sepiacci, “noi ci batteremo perché questo non accada e perché venga riconosciuto il diritto alla scelta dei luoghi d’istruzione, senza condizionamenti economici. Così come oggi è riconosciuto il diritto alla Salute e ci si può curare con gli stessi costi nelle strutture private convenzionate”.