I tumulti del Codacons, di cui avevamo dato notizia, si sono tramutati in un esposto alla Procura della Repubblica.
All’associazione dei consumatori non è andata proprio giù la decisione del Miur di avviare la chiamata diretta dei docenti dando la possibilità ai dirigenti scolastici di chiedere loro di inoltrare la candidatura accompagnata da un video di presentazione a figura intera.
Il 4 agosto, il Codacons ha così inviato un esposto alle Procure di Pistoia e di Prato – città sede degli istituti scolastici dai quali è partita la richiesta del video ai docenti – oltre che al Miur, chiedendo di valutare l’opportunità di una apposita indagine sull’accaduto.
“La modalità di presentazione delle auto-candidature, richiesta dai dirigenti dei due Istituti scolastici, risulta essere a dir poco sconcertante e inaccettabile per una vasta gamma di motivazioni – scrive il Codacons nell’esposto – In primis, ciò che salta subito all’attenzione è sicuramente la circostanza che in nessun provvedimento legislativo (legge 107/2015 e Linee Guida del Miur) è previsto che i Dirigenti scolastici possano vestirsi di una autorità tale da potersi attribuire la facoltà di richiedere video di presentazione (a figura intera) come modalità per auto-candidarsi a un posto vacante di docenza”.
“Difatti la disciplina di riferimento prevede che i Dirigenti debbano richiedere ai docenti i relativi curricula ed eventualmente effettuare colloqui di persona o in remoto (quindi tramite l’utilizzo di strumenti appositi). Ma null’altro viene riferito in merito alla possibilità di richiedere video di presentazione. Pertanto, sulla base di tali considerazioni, le modalità di presentazione delle auto-candidature imposte dai due Istituti Scolastici dovrebbero essere considerate prive di qualunque fondamento giuridico che le possa legittimare; per di più è appena il caso di notare come queste potrebbero essere considerate in contrasto con alcuni principi fondanti della nostra Carta Costituzionale”.
Per il Codacos, inoltre, sul punto “è doveroso rappresentare come la condotta tenuta dai dirigenti degli istituti scolastici de quo, potrebbe rappresentare una pericolosa lesione del diritto – ormai fondante del nostro ordinamento giuridico, economico e sociale – alle pari opportunità di ogni persona, uomo o donna che sia“.
È per questi motivi che l’associazione ha chiesto alle due Procure di “accertare la situazione denunciata e se nei fatti possano celarsi a carico di tutti coloro che risulteranno responsabili, eventuali fattispecie penalmente rilevanti, soprattutto avuto riguardo – oltre che al supposto contrasto con i principi Costituzionali – anche al reato di abuso di ufficio ex art. 323 c.p.”.
Al Miur, invece, il Codacons ha chiesto di “emanare – nel minor tempo possibile – ulteriori e più chiare Linee Guida, avuto riguardo al discutibile ed equivoco meccanismo della ‘chiamata diretta’ dei docenti da parte dei dirigenti scolastici, affinché tale meccanismo non possa essere più fonte di assurde condotte di comportamento che ledano la dignità professionale e personale dei docenti”.
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