La presidente dell’ADAM – Associazione Docenti Abilitati per Merito – lancia una bordata contro le dichiarazioni della ministra Stefania Giannini che aveva detto essere gli esiti del concorso, e quindi le bocciature, in perfetta linea con la media.
E aveva pure aggiunto che bisogna ragionare pure su “come facciamo le abilitazioni”.
“E perché invece non ragionare, dice la presidente ADAM, su come è stato concepito il concorso? Ministro Giannini: lei è così certa che il suo operato sia inattaccabile? Non è disposta a rivedere le sue scelte e ammettere che forse si sarebbe potuto procedere diversamente? Il Ministero sta precludendo la possibilità di avere delle vere graduatorie triennali da cui attingere per le assunzioni e ricorrerà ancora al precariato selvaggio nel prossimo triennio. E’ davvero questo il risultato che voleva?”
E l’ADAM fa pure presente che “tra le richieste dei candidati stessi c’era la valutazione delle competenze didattiche e metodologiche, ma l’associazione aveva presentato al Capo Dipartimento e al Sottosegretario Angela D’Onghia, nonchè al CSPI, Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, voluto dal Ministro Giannini per validare le modalità del bando, una richiesta formale di esplicitare ai candidati i criteri su cui sarebbero stati valutati e di fornire loro dei quesiti-tipo su cui potersi allenare”.
Per quanto riguarda invece l’accertamento della lingua straniera: “il livello B2 del quadro europeo non faceva parte del bagaglio culturale degli abilitati perchè il Ministero non l’aveva mai inserito nei corsi abilitanti. Anche questo era nella nostra segnalazione, e si sottolinea anche come il TFA II ciclo si sia svolto mentre il ministro Giannini era nel pieno dei suoi poteri. Pertanto il Ministro sapeva perfettamente cosa l’ordinamento degli attuali corsi abilitanti prevedesse e che la richiesta sulla lingua era un elemento del tutto inedito per gli abilitati”.
{loadposition bonus}
“Invece – continua il comunicato ADAM – la prova scritta del concorso 2016 lascia parecchie perplessità: la prova si è presentata come uno stress-test con tempi davvero risicati, che non hanno offerto a molti la possibilità di dimostrare quanto sapevano. Infatti, nessun insegnante prepara mai un percorso didattico in 15 minuti, come invece la prova scritta ci ha chiesto di fare”.
“La procedura di correzione proposta alle commissioni, stando alle testimonianze di alcuni commissari, non permettendo di visualizzare il risultato complessivo di una prova prima di validarlo, ha portato a tante votazioni che per decimi di punto non hanno raggiunto la soglia della sufficienza (tanti voti tra il 27 e il 28). Ho visto tantissimi validi colleghi anche con esperienza non superare lo scritto per una manciata di decimi di punto, oppure per non aver risposto alle domande in lingua per via del tempo molto ridotto. Eppure se l’intenzione del Ministero fosse stata davvero quella di offrire una reale opportunità ai tanti precari in attesa di stabilizzazione, avrebbe dovuto somministrare loro una prova che permettesse di dimostrare il reale potenziale di insegnamento. Io definisco questa prova scritta, così come tutta la procedura, un chiaro errore politico del Ministro: non possiamo interpretarlo diversamente il risultato di un Ministero autorizzato dal MEF ad assumere oltre 63mila precari e che invece porta a casa graduatorie piene solo a metà. Si prevedono molti pensionamenti, invece probabilmente per alcune cdc i posti non saranno coperti. Ciò andrà a scapito degli abilitati coi punteggi più alti nella seconda fascia, che saranno chiamati a coprire i posti vacanti, e raggiungeranno presto quel limite dei 36 mesi, in vigore dal prossimo settembre, che li sottoporrà a serie limitazioni lavorative”.
“Vorrei invitare il Ministro a riflettere su quanto esposto, perchè si cerchino delle soluzioni più eque ed inclusive; in particolare il riconoscimento del doppio canale per coloro i quali sono collocati fuori dalla Graduatoria ad Esaurimento dovrebbe essere una misura da prendere seriamente in considerazione”.