Sicuramente quella del 2016 non è stata una estate serena per migliaia di docenti. Tra accuse denigratorie, l’essere qualificati come capra non verrà certamente rimosso, tante le sofferenze per una mobilità imposta da una macchina che non guarda i sentimenti, alle situazioni personali e famigliari, ma che decide e basta.
Da Sud a Nord ma anche da Nord a Sud, spesso spostamenti inspiegabili, con i quali, però, i docenti dovranno fare i conti, in tutti i sensi.
Il personale ATA continua ad essere in sofferenza, con carichi di lavoro sempre più pressanti, il rapporto tra studenti e docenti non continua a diminuire, come buon senso vorrebbe, come una buona scuola dovrebbe fare.
La chiamata diretta ha iniziato a dimostrare il suo vero volto, i dirigenti si sceglieranno i fedelissimi, e chi non verrà scelto dovrà sperare di trovare riparo in qualche scuola di qualche ambito. Ambiti, tanti ambiti, a volte anche più delle stesse province, una frammentazione assurda del territorio che ha complicato ancora di più la macchina della burocrazia. Insomma, a dirla tutta, forse si stava meglio quando si stava “peggio”, se questo è il prezzo da pagare per la buona scuola, meglio cestinarla in toto. E qui si apre un piccolo spiraglio di attesa. Cosa dirà la Cassazione? Lo scopriremo a breve se il referendum potrà avere il via libera o meno, oppure, se si dovrà aspettare il prossimo Governo “amico” per arrivare ad abrogare almeno i punti più stupidi della Legge 107 del 2015. Il piano di dematerializzazione latita, e nel mentre di tutto ciò i registri elettronici continuano a diffondersi in barba alla privacy, così come rimane l’incognita sul bonus docenti.
Arriverà o non arriverà la carta docente a settembre 2016? O si dovranno ripetere le peripezie del precedente anno scolastico?
Per non parlare del mancato rinnovo del CCNL scuola, sono dieci anni dall’ultima sottoscrizione. E la scuola è stata stravolta, con la Legge che superato il Contratto schiaffeggiando in continuazione le relazioni sindacali ed i diritti dei docenti, con un sistema che ha ribaltato ogni valore ed etica, dove ora il vero potere è esercitato dall’utenza, dalla clientela, dalle famiglie, ciò perché la scuola è stata trasformata in un negozio che deve vendere un prodotto come lo desidera il mercato, alla faccia della libertà d’insegnamento.
Una scuola ove esiste una vera e propria questione del lavoro femminile, cosa che non viene mai affrontata con la giusta prospettiva e dignità. Insomma, una marea di incognite ci aspettano su questo ennesimo anno scolastico. Se il primo anno scolastico della buona scuola poteva essere definito come anno ponte, questo sarà certamente l’anno dell’inizio di una sventura che pare non avere proprio fine. Buon anno scolastico a tutte e tutti voi.