Negli episodi di “chiamata diretta” assurti agli onori delle cronache non ci sono estremi né di reato ma neppure di illegittimità: lo sostiene la Flc-Cgil.
E’ quanto si legge nell’ultimo numero del giornale mensile della Flc dedicato interamente al tema delle relazione sindacali nella scuola dell’autonomia.
Un ampio articolo parla della chiamata diretta e passa tra l’latro in rassegna gli avvenimenti delle ultime settimane, dai dirigenti che hanno chiesto ai docenti di corredare il curriculum con un video a quelli che hanno posto domande personali su eventuali gravidanze e su possibili richieste di assegnazioni provvisorie o di fruizione di assenze ai sensi della legge 104.
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Nell’articolo (titolo: “Al dirigente un potere sbagliato, la chiamata diretta”) si sottolinea però che “il comportamento esagerato e detestabile di qualche capo d’istituto, a fronte della nutrita maggioranza che applica ragionevolmente quanto la legge prescrive” non deve distogliere l’attenzione dal vero problema che non è quello dei dirigenti scolastici ma quello della legge che, in modo irragionevole, attribuisce ai dirigenti un potere esclusivo sbagliato.
Peraltro, aggiunge ancora la Flc, “i fatti segnalati non configurano reato né sono di per sé illegittimi, ma offendono la persona interessata e, più in generale, il mondo della scuola, perché screditano i principi di cui è portatrice l’istruzione”
“Lo sterile rapporto a due che si crea nell’esercizio della “scelta” da parte del dirigente, premessa di un percorso di valutazione e non di valorizzazione che preclude alla dimensione partecipativa, è quanto di più arretrato si possa immaginare”.