La formazione in servizio del personale docente è “obbligatoria, permanente e strutturale”: la norma, scritta nella legge 107, viene ora confermata anche da una circolare.
Si tratta della nota n. 2915 del 15 settembre, che anticipa i contenuti del Piano Nazionale per la formazione che dovrebbe essere presentato quanto prima.
Nei giorni passati le linee generali del Piano erano state presentate alle organizzazioni sindacali che avevano subito protestato in quanto il Ministero si era mostrato intenzionato a indicare anche il numero delle ore (125) alle quali ciascun docente dovrebbe partecipare in un triennio.
E così, proprio per evitare un ulteriore scontro con i sindacati, il Miur ha preferito modificare la proposta.
L’obbligatorietà della formazione, chiarisce infatti la circolare, non si traduce automaticamente in un numero di ore di aggiornamento da svolgere ogni anno, ma ha a che fare soprattutto con il contenuto del piano di ciascuna scuola. In altri termini: l’importante è che i docenti si aggiornino, le modalità e la “quantità” vengono lasciate alla autonomia decisioniale del collegio dei docenti che dovrà però deliberare sempre sulla base di un atto di indirizzo del dirigente scolastico.
Per realizzare il piano le scuole dovranno sottoscrivere un accordo a livello di ambito, ed è questo forse l’aspetto più delicato dell’intera operazione.
In non pochi casi, infatti, gli ambiti comprendono anche 50 scuole, dall’infanzia fino ai licei e agli istituti tecnici e professionali.
Nel concreto l’ambito dovrà individuare la scuola capofila che sarà quella a cui verranno assegnati i finanziamenti.
La circolare non ne fa cenno ma già si sa che lo stanziamento nazionale dovrebbe essere di circa 24milioni di euro, ricavati dai 40 previsti dalla legge 107 proprio per le attività di formazione. E, poiché gli ambiti sono 321, il conto è presto fatto: a ciascuno di essi spetterà una somma di circa 80 milione di euro (il 3% del finanziamento potrà essere usato per le spese di gestione e di carattere generale).
La conferma che per il 2016/2017 verrà attivata la “card” personale del docente con un credito di 500 euro; ma su questo è legittimo nutrire più di un dubbio: produrre e distribuire 800mila card in poco tempo non sarà affatto semplice ed è quindi probabile che si continuerà con il sistema dell’anno scorso (500 euro accreditati in “busta paga” con conseguente rendicontazione a fine anno).