Home Disabilità 6,4 miliardi l’anno per il sostegno ma con scarsi risultati

6,4 miliardi l’anno per il sostegno ma con scarsi risultati

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Anfas ha scrivere al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per sollecitare la messa di atto di tutte le misure necessarie alla piena inclusione scolastica anche delle persone con disabilità.

Perché la realtà dei fatti è complessa e Anfas nella lettera scrive, così come riporta Vita.it: «Gli alunni con disabilità di tutta Italia si trovano oggi a scontrarsi con ostacoli e barriere di diverse natura: molti di noi all’inizio dell’anno scolastico, invece che recarsi a scuola con tutti gli altri, sono rimasti a casa a causa dei problemi nell’avere accesso ai servizi di trasporto scolastico, di assistenza igienico-personale, di assistenza all’autonomia alla comunicazione. Molti di noi non hanno ancora un insegnante di sostegno, risorsa indispensabile per gli alunni con disabilità e per le loro classi per vedersi garantito il diritto all’inclusione scolastica e ad un’istruzione adeguata che ci consenta, alla pari di tutti gli altri, di essere cittadini formati e preparati, pronti per l’ingresso nel mondo del lavoro. Molti di noi si trovano ad avere insegnanti di sostegno non specializzati, a causa di logiche di assegnazione che – in dispregio delle tante buone norme di cui disponiamo – non mettono al centro le nostre priorità e bisogni. Molti ancora trascorrono le proprie giornate scolastiche in aule sovraffollate o, peggio, nei corridoi ed in cosiddette “aulette di sostegno” senza alcun rispetto per il nostro diritto ad essere inclusi e poter partecipare. E purtroppo questa è divenuta ormai una prassi, che vediamo tristemente ripetersi ogni anno. In poche parole, siamo fortemente discriminati in un ambito che condiziona e può condizionare pesantemente e gravemente le nostre vite ed il nostro futuro».

Sul sostegno è dunque caos e mancherebbero nelle scuole d’Italia un insegnante di sostegno su tre. Nella sola Sicilia ci sono circa duemila posti di sostegno ancora da coprire e 829 docenti che hanno chiesto l’assegnazione provvisoria sul sostegno, pur non avendone il titolo. Ci sarebbe quindi «rigidità e inadeguatezza del sistema di nomine, diviso per province o ambiti territoriali, [che ] crea situazioni per le quali in una zona si esauriscono subito le graduatorie dei docenti specializzati per il sostegno e vengono nominati docenti non specializzati, mentre nel territorio vicino vi sono docenti specializzati che non vengono nominati e che non possono essere utilizzati nel territorio carente di specializzati».

 

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Un atro capitolo riguarda l’assistenza all’autonomia e alla comunicazione nelle scuole superiori, messa a serio rischio dalla mancata riattribuzione di competenze e di fondi a seguito dell’abolizione delle province e quindi per gli alunni delle scuole superiori si aggiunge il problema del trasporto scolastico gratuito, finora garantito dalle province, mentre la magistratura ha ribadito più volte che nel “supporto organizzativo all’inclusione scolastica” oltre all’assistenza è compreso anche il trasporto scolastico gratuito.

Per tutto questo, continua Anfas, «ci rivolgiamo a Lei per lanciarLe un importante appello che riguarda uno dei nostri fondamentali diritti, sancito dalla Costituzione Italiana, da moltissime norme e dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità oggi L. 18/09: quello del diritto ad un’istruzione di qualità all’interno di un sistema scolastico inclusivo. […] Le rivolgiamo un appello affinché intervenga, nelle modalità che riterrà naturalmente più opportune, nei confronti del Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, delle Regioni e degli Enti locali per fare in modo che ci siano garantite parità di opportunità e giusti sostegni, in tempi adeguati, nel nostro diritto allo studio ed all’istruzione».

La linea di intervento 4 del nuovo Programma d’azione per le politiche sulla disabilità parla proprio di inclusione scolastica e processi formativi, nell’ottica dell’attuazione dell’articolo 24 della Convenzione Onu

Otto le azioni specifiche previste: migliorare la qualità dell’inclusione scolastica e dell’istruzione degli studenti con disabilità attraverso il miglioramento delle competenze del personale scolastico; garantire l’uniformità dell’erogazione del servizio di assistenza nelle scuole; migliorare l’accessibilità delle scuole e garantire gli accomodamenti ragionevoli; garantire agli alunni con disabilità l’accesso alle scuole italiane all’estero; garantire l’accesso all’istruzione domiciliare; garantire l’accesso all’educazione precoce dei bambini con disabilità; garantire la continuità tra orientamento/formazione e transizione al lavoro e l’accesso degli adulti con disabilità a percorsi d’istruzione e formazione permanente; realizzare un monitoraggio della qualità dell’istruzione.

«L’Italia ha 220mila alunni con disabilità e spende 6,4 miliardi di euro annui solo per gli insegnanti di sostegno: per fare un paragone, la Francia ha 240mila studenti nella scuola pubblica e per loro spende 1 miliardo all’anno. Quindi va riconosciuto lo sforzo italiano, siamo uno dei paesi d’Europa che sull’inclusione scolastica investe di più». Ai 6,4 miliardi per gli insegnanti di sostegno vanno aggiunti 700 milioni di euro ogni anno per gli assistenti educativi e di comunicazione per gli studenti con disabilità.

Per questo servono azioni specifiche che portino ad utilizzare meglio sia questo nostro patrimonio culturale nell’inclusione sia questo sforzo economico, perché non è possibile che con questo impegno abbiamo risultati scarsissimi in termini di alunni con disabilità diplomati, inferiori agli altri paesi, e pochissimi laureati, con una evidentissima discriminazione di genere, perché le donne con disabilità laureate sono pochissime, c’è un gap di genere specifico della disabilità. La quantità non è il nostro punto debole, ma la qualità».