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Nuovo esame di stato sulla pelle dei ragazzi

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La Buona scuola? È in balìa della tecnostruttura burocratica e della casta pedagogista di cui a Viale Trastevere ciecamente si fidano, Stefania Giannini pure.

Il fatto Quotidiano, in un articolo di questi giorni, critica fortemente l’annunciata riforma degli esami di Stato.

Viene annunciata, scrive Il Fatto,  “la nuova formula (magica) dell’esame di maturità. E ci sono aspetti che dovrebbero lasciarvi perplessi. Ad esempio, nel voto finale il curriculum scolastico peserà 40 punti anziché 25. Bene, direte. Se non che in esso conteranno molto l’alternanza scuola lavoro  e le attività “extra”, tipo se vostro figlio ha frequentato corsi di “educazione alla cittadinanza”. Ma soprattutto verrà abolita la terza prova, il terribile quizzone.

 

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Ma come? Da vent’anni ci ammorbano che l’esame ha da diventare più severo. Il punto è che a sostituirla arriverà – ma non farà punteggio – il test nazionale Invalsi. Perché? Siccome l’Italia è un paese diviso, al sud fioccano i 100 e lode e al nord niente (presente le polemiche?), il test servirà a calmierare le scuole di larga manica. Ma, con l’autonomia, non sarebbe più semplice chiudere le cattive scuole e licenziare i prof lassisti? Troppo difficile, ci sarebbe una resistenza della burocrazia e dei sindacati che apriti cielo. E allora, per calmierare chi non si può governare, si userà un test sugli studenti. Fare la #buonascuola con le immature chiappe dei vostri figli”