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“Braccia corte” quelle del Mef: non si spostano 25mila cattedre in organico di diritto

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La proposta del Miur di trasformare una parte dei posti oggi in organico di fatto altrimenti non utilizzabili per i trasferimenti e le immissioni in ruolo non è stata accolta dal Ministero delle finanze: troppo alta la spesa.

Si tratterebbe infatti di portare a bilancio una spesa fissa di circa 700-800 milioni di euro e che attraverso gli scatti e le ricostruzioni di carriera, crescerebbe di anno in anno. In ogni caso, fa notare Anief, i posti vacanti da tramutare sono più del triplo di cui oltre 35mila solo sul sostegno.

La posizione del Mef di continuare ad opporsi alla stabilizzazione del personale è ormai ampiamente superata dalle sentenze della curia d’Europa e della Consulta perché, in mancanza di ragione sostitutive, si deve procedere alla stabilizzazione o almeno al risarcimento per l’abuso dei contratti.

 

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Per Anief tuttavia, qualora il Governo dovesse dare il via libera in qualche modo alla proposta del Miur, le cattedre effettivamente libere, da assegnare in organico di fatto, sono in realtà molto più numerose rispetto alle 25mila indicate dal dicastero dell’Istruzione. In organico di fatto ve ne sono, infatti, più di 35mila di sostegno, oggi collocati in deroga; a questi, poi, vanno aggiunti quasi 30mila posti su materie curricolari, a torto non dichiarati liberi al 31 agosto; infine, ci sono almeno 20mila posti non coperti e già oggi vacanti che, in buona parte, riguardano le cattedre perse per la disorganizzazione del concorso a cattedra del 2016. In tutto, quindi, stiamo parlando di oltre 80mila posti da considerare liberi a tutti gli effetti.