Restando in tema di bullismo nella giornata di ieri 25 ottobre, è stato proiettato in Senato il corto “Vorrei essere Belen” prossimamente diffuso anche nelle scuole.
Il progetto, che ha coinvolto associazioni, istituzioni e mondo dello spettacolo, con il patrocinato del Ministero dell’Istruzione, vuole porre l’attenzione sulla piaga del bullismo – sotto ogni sua forma – nelle scuole. Girato a Latina, con il supporto tecnico della Film Commission e la collaborazione della preside del Liceo classico Dante Alighieri di Latina, la dott.sa Bernardini, il corto ha coinvolto ragazzi e ragazze in età adolescente e anche due attori professionisti, Antonio Fiorillo e Fioretta Mari.
Quest’ultima è stata particolarmente entusiasta di prendere parte alle riprese proprio perché ha potuto constatare in prima persona le conseguenze delle prepotenze altrui: “Durante la scuola media mia figlia è andata in coma. Un compagno le ha detto che doveva morire perché era troppo brutta. Avrei voluto denunciare la scuola perché l’insegnante in quel momento era uscita a fumare. a prima di tutto bisogna educare le famiglie. Quel ragazzo le aveva tirato un banco un testa.”
La storia raccontata è quella di Gabriele, un sedicenne di Livorno appena trasferitosi a Latina. Gabriele è un ragazzo gentile e divertente, si invaghisce di una compagna di classe, ma viene preso di mira dai bulli della scuola che lo scherniscono per via dei suoi capelli lunghi: i pregiudizi sul suo look sfociano in vere e proprie vessazioni, soprattutto dopo aver messo in rete un video in cui imita per l’appunto Belen.
La sceneggiatura si è ispirata a tre storie reali: quella di Andrea Spezzacatena, il ragazzo di quindici anni che si suicidò nel 2012 dopo continue derisioni sul suo orientamento sessuale, denominato dai bulli “il ragazzo con i pantaloni rosa”; la storia di Carolina Picchio, gettatasi dalla finestra a soli 14 anni per un video finito in rete che la ritraeva ubriaca; infine la storia di Gabriele Corazza, l’attore protagonista del corto, che si è servito del web per scagliarsi contro il bullismo, invitando chiunque ne sia vittima, a trovare il coraggio di parlare e denunciare.
L’ambasciatore del progetto e presidente dell’associazione Genitori Insieme ha spiegato come nella scuola, vista da sempre come posto sicuro, possa diventare il luogo nel quale imbattersi nei tanti ostacoli che la vita pone di fronte ai ragazzi. Il bullismo è uno di questi e, per essere superato, deve essere affrontato da tutte le parti coinvolte: “Il bullismo è una sfida che si può vincere se si coinvolgono in primo luogo i genitori, oggi molto spesso a disagio nel parlare con i propri figli”.
Il corto “Vorrei essere Belen” vuole invitare a fare proprio questo, dialogare. Ma soprattutto è un invito per le vittime a non arrendersi, a non lasciar vincere chi ha bisogno di sottomettere gli altri per non fare i conti con le proprie fragilità.