Valeria Fedeli è il nuovo ministro dell’Istruzione. Esponente del PD, vice Presidente del Senato, dopo essere stata candidata come capolista in Toscana ed eletta senatrice per la prima volta alle elezioni del 24 e 25 febbraio 2013.
La definizione che sento più mia l’ha data una volta un giornale: una sindacalista pragmatica.
Sono femminista, riformista, di sinistra. Sono sposata.
Nata a Treviglio (Bg) il 29 luglio 1949, finite le scuole, si è trasferita a Milano dove ha conseguito il diploma di laurea in Scienze Sociali, presso UNSAS.
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Ecco la sua presentazione sul suo sito ufficiale:
Inizio l’attività sindacale nel Consiglio dei delegati del Comune di Milano, in rappresentanza delle insegnanti di scuola materna. Alla fine degli anni ’70 il mio primo incarico in Cgil, nella categoria che organizzava i dipendenti degli enti locali e della sanità, sempre a Milano. Poi dal 1982 mi trasferisco a Roma per assumere incarichi nelle segreterie prima del pubblico impiego e poi del tessile.
Pubblico impiego e tessile sono due grandi scuole, in cui ho imparato a praticare la difesa concreta dei lavoratori costruendo innovazione, governo dei processi di cambiamento. Nella pubblica amministrazione legando quei cambiamenti alla conquista, storica per la categoria, dell’unificazione delle regole contrattuali del settore pubblico con quelle dei settori privati.
Sono stata segretaria generale della Filtea, la categoria tessile della Cgil, dal 2000 al 2010. Dal 2010 al 2012, a seguito dell’unificazione delle categorie dei tessili e dei chimici ed energia, divento vice segretaria della Filctem. Dal 2001 al 2012 sono stata anche presidente del sindacato tessile europeo (FSE:THC). Dal 2012 sono stata vice presidente del sindacato europeo dell’industria di nuova costituzione che ha unificato in un’unica categoria, i lavoratori metalmeccanici, chimici e tessili.
Ho contribuito con Bersani Ministro dello Sviluppo economico, alla definizione delle Linee guida di politica industriale per la competitività e l’internazionalizzazione del Sistema produttivo della moda italiana.
Ho partecipato al Tavolo per lo sviluppo del Made in Italy dello stesso Ministero, difendendo l’idea che qualità e diritti sono le componenti su cui puntare per vincere la sfida globale.
Ho fatto parte della delegazione per il negoziato sulle nuove regole del commercio internazionale, il Doha Round nel 2003.
In sede europea, ho operato per le politiche commerciali di reciprocità, di equità e di apertura nel dialogo tra Unione Europea e Cina ed ho contribuito alle politiche per il contrasto alla contraffazione delle merci.
Il ruolo di Presidente del sindacato tessile europeo mi ha inoltre permesso di confrontarmi da protagonista con tutti i soggetti globali e di divenire voce autorevole del dibattito internazionale (vado molto orgogliosa del ritratto dedicatomi dal Wall street journal e dell’intervento che ho svolto alla conferenza dell’Onu sulle donne – 2008 – in occasione delle celebrazioni del centenario dell’8 marzo).