Negli ambienti sindacali si respira aria di grande soddisfazione, dopo la vittoria del No al referendum costituzionale, inizia lo smontaggio della Buona Scuola.
In cosa consiste quest’opera di smontaggio e perché accade proprio adesso?
Il motivo per cui accade proprio adesso, appare chiaro a tutti. Il cambio di Ministro dell’Istruzione e l’onda dell’esito referendario hanno contribuito ad un clima di confronto più serio e sereno. In buona sostanza un cambio positivo di atteggiamento da parte dell’amministrazione grazie al cambio di ministro.
L’opera di smontaggio della legge 107/2015 consiste in 4 punti nevralgici:
- Tutti i docenti avranno, compresi i titolari su ambito, le stesse opportunità di avere la titolarità su scuola sia in provincia che fuori (sarebbe quindi cancellata quindi l’ultima parte del comma 73 della legge 107/2015 ).
- Tutti i docenti potranno fare domanda dove credono, al limite chi vuole potrà mettere fino a 15 province (in passato era possibile solo alle superiori) facendo un’unica domanda (=semplificazione)
- Nessuno (né vecchio né nuovo) è quindi obbligato, se non vuole, ad andare su ambito, pagando solo il pegno del limite di 5 scuole.
- Infine c’è un vincolo stringente a trovare un accordo nella mobilità da ambito a scuola (in deroga ai commi da 79 a 83) come condizione per sottoscrivere il Ccni definitivo sulla mobilità. Ci sarà un elenco di “requisiti ” (e non criteri discrezionali) nazionale che la scuola, ovvero il collegio docenti e non il Ds a sua discrezione, potrà indicare in coerenza all’approvazione o adeguamento del PTOF in relazione ai posti assegnati e vacanti.