Ci ha lasciato il linguista Tullio De Mauro. docente universitario, saggista, aveva 84 anni. Era stato ministro della Pubblica istruzione dal 2000 al 2001.
De Mauro, fra le opere più importanti e conosciute per la lingua italiana, è stato autore del Grande dizionario italiano dell’uso e della Storia linguistica dell’Italia unita.
La direzione e la redazione della Tecnica della Scuola si uniscono al cordoglio dei familiari per la grave perdita.
Ecco il profilo di Tullio De Mauro su Wikipedia.
Nell’immediato dopoguerra frequentò il Liceo classico statale Giulio Cesare di Roma. Nel 1951 si iscrisse al Partito Liberale Italiano per favorirne la sinistra interna legata alla rivista Il Mondo.
Ha insegnato Linguistica generale e ha diretto il Dipartimento di Scienze del Linguaggio nella Facoltà di Lettere e Filosofia e successivamente il Dipartimento di Studi Filologici Linguistici e Letterari nella Facoltà di Scienze Umanistiche dell’Università la Sapienza di Roma, facoltà che ha contribuito a fondare, insieme ad Alberto Asor Rosa.
Allievo di Antonino Pagliaro, ha insegnato a vario titolo in diverse altre università italiane (Napoli “L’Orientale”, Palermo, Chieti, Salerno) dal 1957, come professore di prima fascia dal 1967.
Ha tradotto il Corso di linguistica generale (Cours de linguistique générale) di Ferdinand de Saussure che, insieme ad alcuni autori strutturalisti, ha avuto una certa influenza sul suo pensiero. Ha presieduto la Società di Linguistica Italiana (1969-73) e la Società di Filosofia del Linguaggio (1995-97). Nel novembre 2006 ha contribuito alla fondazione dell’associazione Senso Comune per un progetto di dizionario informatico, di cui è tuttora presidente. È socio ordinario dell’Accademia della Crusca.
Dal novembre 2007 dirige la Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e presiede il comitato direttivo del Premio Strega.
È fratello minore di Mauro De Mauro, giornalista de l’Ora di Palermo rapito e ucciso dalla mafia nel settembre 1970, e padre di Giovanni De Mauro, direttore della rivista Internazionale.
Contributi politici
Nel giugno 1971 ha sottoscritto la lettera aperta pubblicata sul settimanale L’Espresso sul caso Pinelli. Nell’ottobre dello stesso anno ha sottoscritto l’Autodenuncia di solidarietà a Lotta Continua.
Nel 1975 viene eletto al Consiglio Regionale del Lazio nelle liste del PCI. Nel 1976 viene nominato assessore alla Cultura, incarico che terrà fino al 1978.
È stato ministro della Pubblica Istruzione nel Governo Amato II (dal 25 aprile 2000 all’11 giugno 2001).
Dal 2001 al 2010 ha presieduto Mondo digitale, fondazione del comune di Roma, da cui è stato rimosso nel giugno 2010 dalla giunta Alemanno, per ragioni anagrafiche secondo la giunta, per ragioni ideologiche secondo De Mauro.
Ha collaborato a giornali e settimanali: dal 1956 al 1964 al settimanale Il Mondo, dal 1966 al 1979 al quotidiano Paese Sera, dal 1981 al 1990 con rubriche fisse sulla scuola (1981-85) e il linguaggio (1986 e sgg.) al settimanale L’Espresso. Ha saltuariamente collaborato con L’Unità, La Stampa, La Repubblica, Il manifesto, Il Sole-24 Ore, Il Mattino e regolarmente con Internazionale con le rubriche “La parola”, dal 2006, e “Scuole” dal 2008.
Tra il 1960 e il 1973 ha collaborato spesso a trasmissioni radiofoniche e televisive della RAI cui ha ripreso a collaborare di nuovo nel 1997-2000. Dal 1978 ha collaborato a cicli di trasmissioni radio e televisive della RTSI (Radiotelevisione della Svizzera Italiana).