“Il grande errore commesso da Renzi in questi 3 anni di governo e 4 anni di segreteria è stato non aver ascoltato nessuno, preso spesso dalla sindrome del Marchese del Grillo”.
L’accostamento dell’ex premier Renzi ad Onofrio del Grillo, nobile genovese della Roma papalina del Settecento, è dell’on. Francesco Boccia (Pd), presidente della commissione Bilancio della Camera: in diretta a L’Aria che Tira, su La7,il democratico ha detto che “Renzi ha cercato di far passare per rottami tutti coloro che avevano inciso sulla storia del PD e dell’Ulivo fino a quel momento, non rispettando le storie di ognuno, da Prodi a D’Alema, Bersani, Letta, Veltroni, Bindi e tanti altri, quando invece avrebbe dovuto prendere da ognuno tutto quello che di buono avevano dato al Pd e al Paese”.
È lungo l’elenco degli “inascoltati” da Renzi: secondo Boccia, l’ex premier e sindaco di Firenze, “ha fatto scappare dal Pd un talento come Civati; non ha mai prestato attenzione alle posizioni spesso corrette e puntuali di Fassina, del sottoscritto su banche e finanza pubblica, delle sue stesse deputate Pd, molto brave, della commissione cultura sulla riforma della scuola; se avesse allargato il campo avrebbe intercettato le proposte di Vendola e di Sel sull’esplosione dei voucher, spesso coincidenti a quelle di molti di noi”.
{loadposition carta-docente}
Per Boccia, quindi, Renzi in definitiva “anziché mettere l’orecchio sul marciapiede ha preferito ascoltare solo maggiordomi e yesman. Ora ha il dovere, da leader del più grande partito, di essere il primo con la volontà di ricostruire. E dobbiamo farlo tutti insieme. Su questo ho fiducia nel suo senso di comunità e di dovere politico perché resta una grande risorsa. Ma deve mettere davanti a tutto l’interesse collettivo”.
La domanda è allora scontata: perché da segretario del Partito Democratico, Renzi ora dovrà comportarsi in modo diverso rispetto agli ultimi quattro anni? Forse per delle “pressioni” interne che non riesce più a contenere? Staremo a vedere.