Una delle novità delle domande di mobilità 2017/2018 è quella per cui il modulo di trasferimento provinciale e interprovinciale è unico.
Quindi chi vuole partecipare alla mobilità provinciale e contemporaneamente a quella interprovinciale, lo potrà fare presentando, tramite istanze online del Miur, lo stesso modulo di domanda. La domanda diventerà anche interprovinciale se all’atto della scelta delle preferenze si sceglieranno scuole, ambiti o province differenti dalle preferenze interne alla stessa provincia. Per capire meglio facciamo un esempio pratico: “Se un docente A titolare nella classe di concorso XXXX in una scuola della provincia KK, volesse chiedere trasferimento in tre scuole della provincia KK esprimendo la preferenze puntuali delle tre scuole e poi decidesse di chiedere 2 scuole della provincia YY esprimendo la preferenza puntuale delle due scuole, inoltrando la domanda con queste 5 preferenze puntuali su scuole, avrebbe presentato una domanda di mobilità territoriale sia provinciale che interprovinciale”.
Questo meccanismo è attuabile per ogni ordine e grado di scuola, per cui possono fare domanda di trasferimento (rimanendo ovviamente nella stessa classe di concorso di titolarità), compilando un modulo unico, i docenti titolari all’infanzia, alla primaria e alla scuola secondaria di I e II grado. In tal caso tali docenti nello stesso modulo unico possono scegliere la tipologia di posto e nel caso della scelta degli ambiti territoriali anche la tipologia di scuole speciali (Carcerarie, ospedaliere, corsi serali, CPIA, Licei europei…….).
Se invece oltre alla domanda di trasferimento si volesse presentare quella di passaggio di ruolo o di cattedra provinciale e interprovinciale, il docente dovrebbe presentare un’altra domanda per il passaggio di ruolo e un’altra ancora per quello di cattedra.
Anche nel caso del passaggio di ruolo o di cattedra il docente può decidere se la domanda abbia carattere provinciale o interprovinciale sulla base delle preferenze scelte.
Questa novità è certamente un fattore di semplificazione burocratica, e di allargamento, soprattutto per l’infanzia la primaria e le scuole secondarie di I grado, del numero di province esprimibili oltre quella di titolarità.