Il 15 dicembre, il ministro dell’istruzione Letizia Moratti ha inviato ai dirigenti delle scuole italiane di ogni ordine e grado una lettera sul tema del presepe. Ecco il testo:
"Come ogni anno ci accingiamo a festeggiare il Natale, fra luci e doni, in un’atmosfera nella quale gli acquisti sembrano il modo più tangibile di mostrare il nostro affetto per gli altri, la nostra generosità. C’è però un altro Natale, quello che ci viene tramandato dalla tradizione del Presepe, il Natale che ci ricorda la nascita di Gesù, nato in una grotta per portare sulla terra un messaggio d’amore, l’amore più sublime, quello per tutti, anche per chi è diverso, lontano, per chi non ci ama, l’amore più estremo portato fino al sacrificio della morte".
"Questo – prosegue il Ministro – è il significato del Natale, per chi è credente così per chi non lo è, questo è il messaggio del valore universale dell’amore, di quell’amore pronto a donare tutto senza nulla chiedere".
"Ho riflettuto molto prima di scrivervi questa lettera – sottolinea Letizia Moratti – ed ho pensato di portarvi le mie riflessioni sull’importanza delle tradizioni, dell’identità culturale. Sono certa che queste considerazioni sono valide, perché senza rispettare la nostra storia, le nostre radici, non possiamo pensare di capire e rispettare i valori di chi ha storia e cultura differenti dalle nostre".
"Ma c’è qualcosa di più profondo che rende sacra la ricorrenza del Natale, della Natività – conclude il Ministro – ed è l’amore che Gesù ci ha testimoniato con la sua esistenza, con la sua vita, con la sua morte. Ed è di amore che ha bisogno la nostra società, dilaniata da guerre, violenze, discriminazioni. Non togliete il simbolo dell’amore dalla vita dei nostri studenti, ma aiutateli attraverso il Presepe a capirne l’importanza e a viverla nel suo significato più profondo, più vero, più puro".
Alba Sasso, componente Ds in Commissione Cultura e Istruzione della Camera dei deputati, è intervenuta sull’argomento affermando che "il presepe, negli istituti scolastici, si è sempre fatto, e lo si continuerà a fare, e non certo in forza di una circolare della Moratti, ma grazie alla disponibilità e al senso di equilibrio delle scuole e degli insegnanti, siano essi laici o credenti".
La Sasso aggiunge di trovare sbagliata una polemica che trasformi il presepe "in strumento propagandistico e in simbolo che divide piuttosto che unire".