Home Estero Nel ballottaggio tra Macron e Le Pen c’è anche la scuola

Nel ballottaggio tra Macron e Le Pen c’è anche la scuola

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Nel testa a testa fra il candidato indipendente centrista, Emmanuel Macron, e la leader del Front National, Marine Le Pen, al prossimo ballottaggio ruolo importante avranno i rispettivi programmi.

Emmanuel Macron, 39 anni, laureato, è stato per i primi anni ispettore delle finanze ed è poi passato al settore privato, nel 2008, come banchiere d’affari presso Rothschild. Nel 2012 è diventato segretario generale aggiunto dell’Eliseo, come consigliere economico di Hollande. E nel 2014 ministro dell’Economia in occasione della svolta riformista con il Governo Valls. Dopo aver fondato il movimento “En Marche!”, a fine agosto dell’anno scorso si è dimesso per poi candidarsi alle presidenziali come indipendente.

Riformista, europeista convinto, non ha mai partecipato a un’elezione e la sua collocazione è al centro dello schieramento politico

I principali punti del programma (elaborati dal Sole 24 Ore):

Piano d’investimenti da 50 miliardi, incentrato sulla formazione e l’aumento delle competenze, la transizione energetica e la modernizzazione dello Stato

-Calo della pressione fiscale sulle imprese, dal 33,3% al 25%

-Creazione di un fondo da 10 miliardi destinato a finanziare l’innovazione nell’industria

-Trasformazione del Cice (il credito d’imposta da 20 miliardi per le aziende) in esonero contributivo sulle retribuzioni più basse

Riduzione di 60 miliardi della spesa pubblica, per farla scendere dall’attuale 57% del Pil al 52%

Taglio di 120mila dipendenti pubblici

-Prelievo unico del 30% sui redditi da capitale

-Dieci miliardi di alleggerimento fiscale sulla casa

-Varo di un “Buy european act” perché le commesse pubbliche siano riservate a imprese che hanno in Europa almeno la metà della loro attività

-Realizzare un’Europa della difesa con un fondo specifico

-Creare un mercato unico europeo dell’energia e dell’economia digitale

-Trasferire a livello di azienda le decisioni sulla durata dell’orario di lavoro (mantenendo quella legale a 35 ore)

-Sospendere l’indennità di disoccupazione a chi rifiuta più di due offerte di lavoro

-Aumentare il budget della difesa dall’1,7% al 2%

Aprire gli uffici pubblici la sera e il sabato

-Creare un servizio militare obbligatorio universale di un mese

Varare una riforma delle pensioni che preveda una sola cassa e regole uguali per tutti, con l’abolizione dei regimi speciali

-Realizzare una legge di moralizzazione della vita pubblica che preveda per i parlamentari il divieto di retribuire dei familiari e di avere attività di consulenza

 

 

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Jean-Marie Le Pen , 48 anni, presidente del partito di estrema destra, ha optato per un’azione più incentrata sui temi sociali senza rinunciare ai tradizionali cavalli di battaglia della sicurezza e della lotta all’immigrazione. I sondaggi le assegnano da mesi un livello stabile di consensi – intorno al 22% – al primo turno, più o meno alla pari con Macron, ma prevedono una sua netta sconfitta al ballottaggio, chiunque sia l’avversario.

I principali punti del programma:

-Negoziare con l’Unione europea il recupero della piena sovranità monetaria (con l’abbandono dell’euro), territoriale (con la sospensione dell’accordo di Schengen), legislativa ed economica

-In caso di insuccesso, entro sei mesi referendum per l’uscita dalla Ue

-Superamento dell’indipendenza della banca centrale

-Adozione del proporzionale in tutte le elezioni (con premio di maggioranza alla Camera)

-Abolizione delle Regioni

-Portare dall’1,7% al 3% del Pil il budget della Difesa

Assunzione di 15mila poliziotti

-Creazione di 40mila posti in più nelle carceri

-Tetto a quota 10mila per l’ingresso di nuovi immigrati

-Abolizione dello “ius soli”

-Stop al ricongiungimento familiare per gli immigrati

-Nuova tassa sull’assunzione di lavoratori stranieri

-Tassa addizionale del 3% su ogni prodotto importato

Pensione piena a 60 anni (con 40 anni di anzianità contributiva)

-Abolizione della riforma del lavoro

-Obbligo della divisa a scuola

-Uscita dal comando integrato della Nato

-Cinquantamila militari supplementari

-Servizio militare universale di tre mesi

-Rifiuto di tutti i trattati di libero scambio