Tra i decreti applicativi della legge “Buona Scuola”, uno riguarda l’inclusione scolastica degli alunni disabili.
“Per FISH è stato un percorso molto sofferto e di intensi confronti fino all’ultimo per tentare di far apportare tutti i possibili miglioramenti, ma anche per frenare derive o rischi per la reale inclusione delle persone con disabilità – ha commentato il Presidente Vincenzo Falabella – Un confronto cui vanno riconosciute anche nuove sensibilità e disponibilità.”
Dalla lettura del decreto legislativo 66/2017, la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap rileva alcuni elementi di cambiamento.
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Innanzitutto, scrive la FISH, “viene chiarito il procedimento di riconoscimento della disabilità, sino ad oggi di handicap, che negli ultimi anni aveva assunto situazioni diversificate nelle varie regioni italiane con gravi disagi per le famiglie. Il riconoscimento della disabilità degli alunni viene ora ricondotta ai criteri dell’ICF, uno strumento scientifico internazionale che dovrebbe consentire la più puntuale definizione del profilo di funzionamento delle persone. Viene valorizzato, in tal senso, anche il ruolo delle famiglie e delle loro associazioni, riconoscendone la rilevanza anche nella definizione del PEI, il piano educativo individualizzato e del progetto di vita. Per ragioni di opportunità e per la portata innovativa di tali aspetti, l’entrata in vigore è posposta al 2019, in attesa anche di congrue indicazioni e decreti applicativi“.
Inoltre, secondo la Federazione, la continuità didattica dovrebbe essere maggiormente garantita e sarà potenziata anche la formazione iniziale dei futuri docenti per il sostegno sia della scuola dell’infanzia e primaria che della scuola secondaria; così come viene rafforzato anche il ruolo dell’Osservatorio scolastico ministeriale, i cui compiti sono di maggiore collaborazione con l’amministrazione scolastica nel campo dell’inclusione.
Per quanto riguarda la questione del tetto massimo di alunni per classe, nel nuovo testo continua ad essere vigente la regola attuale: il tetto di 20 alunni può essere eccezionalmente aumentato ma non oltre il 10%, cioè due alunni in più.
Per la FISH, tuttavia, nonostate gli evidenti miglioramenti apportati dalla nuova norma, altri aspetti continuano a destare perplessità.
In primo luogo, il discorso legato all’applicabilità delle nuove norme solo se ci saranno le necessarie risorse finanziarie “quasi che i diritti possano essere compressi da limiti di bilancio”, e quersto nonostate le numerose sentenze della Corte costituzionale e del Consiglio di Stato che garantiscono l’inviolabilità del diritto allo studio degli alunni con disabilità.
Poi, il testo del decreto 66 conserva degli elementi di ambiguità, ade esempio laddove non precisa la sede in cui effettuare la quantificazione delle risorse necessarie per ciascun alunno. Invero, si prevede che il Dirigente scolastico invii le proposte al GIT sulla base di tutti i dati relativi a ciascun alunno contenuti nella valutazione e nel PEI. “È questo uno degli elementi più rilevanti che – scrive la FISH – ci si augura vengano chiariti nelle Linee guida che si prevede vengano emanate entro 180 giorni dall’entrata in vigore del decreto”.
Ma le criticità non finiscono qui: infatti, la Federazione evidenzia la mancanza di novità circa la didattica inclusiva nella formazione iniziale dei futuri insegnanti curricolari: il numero di crediti formativi richiesti rimane immutato rispetto agli obblighi attuali.
“Questa lacuna – commenta Vincenzo Falabella – è un aspetto assai grave perché continuerà ad alimentare la delega del progetto inclusivo ai soli docenti per il sostegno: è un fronte su cui la Federazione già annuncia un rinnovato impegno.”
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