I vicepresidi non ci stanno più a lavorare dietro le quinte per compensi irrisori e senza riconoscimenti di carriera.
Lo diranno mercoledì 14 giugno alla ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, durante l’incontro programmato con l’Associazione Nazionale dei Collaboratori del Dirigente Scolastico, l’Ancodis.
“Siamo consapevoli – scrive l’associazione alla vigilia dell’incontro – che occorre una “rivoluzione culturale” in tutte le componenti a partire dal corpo docente che certamente dovrà maturare la consapevolezza della necessità della costituzione di un nuovo livello professionale intermedio – il middle management – cosi come avviene in gran parte dei paesi europei”.
È questo il tema di fondo di cui parleranno durante il “tavolo di confronto, con coraggio e senza reticenza, nella consapevolezza che la scuola ha bisogno oltre che dei DS e dei docenti anche di figure quadro intermedie che collaborano nella governance e che – come è ben noto a tutti – non possono contemporaneamente assolvere con professionalità né al ruolo di insegnante né a quello di collaboratore”.
“I Collaboratori – sostiene ancora Ancodis -, infatti, sono oggi fondamentali ed insostituibili nella governance della scuola: a loro sono affidati compiti e funzioni che il DS – in autonomia – potrebbe in parte assolvere”.
Dicono di voler rappresentare un numero di docenti “irrilevanti numericamente ma rilevantissimi per il funzionamento organizzativo e gestionale di ogni I.S. (si pensi alle I.S. con molti plessi dislocati su più comuni, alle I.S. assegnate a reggenza, alle I.S. con DS in ferie e/o malattia per brevi periodi, ecc)”.
“Riteniamo – incalzano – che sia arrivato il tempo nel quale è necessario far sentire il nostro punto di vista, in uno spirito costruttivo, consapevoli del ruolo e del lavoro – per molti oltre la docenza – che svolgiamo quotidianamente”.
In sintesi, i vicepresidi chiedono “il diritto all’esistenza riconosciuta per norma di legge, regolamentata nel prossimo CCNL, definita in una carriera di quadro intermedio – middle management – tanto dichiarata da più parti ma nei fatti ancora oggi non incanalata in una discussione seria che guarda alla scuola del 2020”. Il tutto, a “tutela delle nostre professionalità che da anni si sono formate con grande impegno e spirito di servizio, con energie e risorse economiche (seppur modeste!!) che hanno favorito quotidianamente la costruzione delle moderne comunità scolastiche”.
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Qui di seguito, vi proponiamo le richieste che l’associazione formulerà al responsabile del Miur (e che sta riscuotendo pure consensi tra altri sindacati, come l’Anief): si tratta, sostiene l’organizzazione dei collaboratori dei presidi, di proposte “perseguibili, a costo zero per il bilancio dello Stato, da mettere in atto in brevissimo tempo”.
Reggenze: è possibile una soluzione urgente per il prossimo A.S. non gravando sul carico di lavoro e sulla responsabilità dei DS, assegnando la reggenza ai collaboratori che abbiano svolto funzioni vicarie per almeno 36 mesi secondo una graduatoria di merito. Rispetto all’O.M. del 2004 proponiamo l’accesso solo ai collaboratori vicari che si rendessero disponibili per un anno – e comunque fino all’assegnazione del DS titolare – ad assumere questo ruolo;
Riconoscimento del servizio svolto: occorre dare sia un adeguato punteggio nelle graduatorie al servizio reso nella collaborazione ai ds sia un riconoscimento di merito con l’attribuzione della Vicedirigenza; sarebbe, infatti, un modo formale per distinguere chi ha svolto soltanto la carriera docente e chi, invece, ha anche assunto ruoli di collaborazione nell’ambito della gestione di una I.S.. Ricordiamo che svolgiamo di fatto, con l’Istituto della delega, ruoli apicali in molti settori della vita scolastica, con un riconoscimento economico non adeguato e soggetto alla contrattazione di istituto;
Formazione: siamo consapevoli – nella doppia veste di docenti e di collaboratori – che alla base di ogni ruolo deve esserci un percorso di formazione adeguato, moderno, di alto profilo. Per questa ragione, ANCODIS rivendica con forza il diritto ad una formazione specifica di sistema al pari degli altri percorsi formativi, diretti specificatamente a quanti nella scuola assolvono a ruoli di gestione, di organizzazione, di responsabilità;
Concorso DS: nel prossimo bando deve essere stabilito un adeguato punteggio per gli anni svolti per la collaborazione ed, in caso di esito favorevole, il servizio reso deve avere il riconoscimento di stage formativo certificato dal DS titolare della scuola nella quale il docente ha prestato la collaborazione. Per l’assegnazione delle dirigenze scolastiche proponiamo il criterio del concorso sul 50% dei posti annualmente vacanti (procedura lunga, complessa e bersagliata dai ricorsi ma che dà chance a tutti), e il 50% dalle graduatorie degli incarichi di Presidenza: una sorta di doppio canale come si fa per le Gae dei docenti, con possibilità di accedere ad un corso concorso per chi ha svolto almeno 36 mesi di incarico (per adempiere al dettato costituzionale per l’immissione in ruolo, dopo aver formalmente superato un concorso).
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