Home Alunni Garante dell’infanzia: i minori le prime vittime della crisi

Garante dell’infanzia: i minori le prime vittime della crisi

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Se sono quasi 26mila i minori stranieri non accompagnati, sbracati in Italia, un milione e 131mila sono i minori italiani in povertà assoluta, triplicati in dieci anni: questi i dati più preoccupanti che emergono dalla Relazione annuale 2016 presentata dalla Garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, Filomena Albano.

Dice Laura Boldrini, la Presidente della Camera: «In Italia i minori sono i soggetti che in termini di povertà e deprivazione hanno pagato il prezzo alto della crisi. Ho rivolto l’azione dell’Autorità ai vulnerabili tra i vulnerabili»

Tuttavia il nodo, secondo la garante riguarda i care leavers, i minori soli – stranieri e italiani – che al compimento del 18 esimo anno rischiano di perdere ogni sostegno assistenziale.

 

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«È anche indispensabile – rimarca infatti l’Autorità Garante per l’infanzia – pensare al momento in cui i ragazzi, che stanno vivendo fuori famiglia, compiono 18 anni e viene loro a mancare il sostegno, economico e residenziale, da parte dello Stato. Difficilmente questo momento viene a coincidere con una reale autono- mia dei ragazzi e delle ragazze. I cosiddetti care leavers – da care (cura) e to leave (perdere) – si trovano improvvisamente di fronte alla necessità di risolvere problemi pratici che sembrano insormontabili e spesso lo sono: trovare una casa, un lavoro, un legame affettivo, ma anche semplicemente portare a termine il loro percorso di studi».

In Italia nel corso del 2016 sono stati 25.846 i minorenni arrivati da soli, mentre secondo l’Istat nel 2015 1,1 milioni di minori vivevano in condizione di povertà assoluta e nel 2005 erano circa 400mila.

Particolarmente a rischio povertà sono le famiglie numerose: il 18,3% dei nuclei familiari con almeno tre figli è in condizioni di povertà assoluta. Una condizione che riguarda 1 milione 582 mila famiglie, cioè 4 milioni 598 mila persone. Accanto alle condizioni di povertà materiale si registrano segnali allarmanti anche per i casi di povertà educativa, che è  è direttamente correlata a quella economica delle famiglie