E’ da poco terminata al MIUR la riunione conclusiva dei tavoli tecnici propedeutici all’avvio delle trattative all’Aran sul rinnovo del contratto del comparto
Istruzione, Ricerca e relativa Area dirigenziale. Presenti il sottosegretario Vito De Filippo, l’ufficio di gabinetto del MIUR e le Direzioni Generali del personale scuola, università, ricerca e AFAM.
L’incontro di oggi è frutto dell’avvio di una metodologia del confronto che da sempre abbiamo sollecitato e che apprezzabilmente l’amministrazione ha fatto propria negli ultimi tempi.
Quanto ci è stato illustrato sembra andare nella giusta direzione nel momento in cui apre alla possibilità di un rapporto negoziale non irrigidito da indicazioni prescrittive, così come più volte avevamo richiesto negli incontri preparatori.
C’è l’intenzione di trattare nella parte generale, relativa a tutti i settori, quegli istituti comuni con i riferimenti necessari a raccogliere e accogliere le esigenze dell’universo lavorativo rappresentato.
Riteniamo assai positivo il richiamo alla libertà di insegnamento e all’autonomia della ricerca, ma pensiamo che essi assumeranno maggior valore nel momento in cui si farà analogo richiamo – come dai noi richiesto – ai caratteri distintivi dei settori del comparto che sono connotati dai tratti autonomistici e di autogoverno propri delle comunità delle istituzioni pubbliche della conoscenza.
Il tema dell’inclusività del contratto, ossia la volontà di evitare ogni discriminazione tra lavoratori a termine e lavoratori di ruolo, che la FLC CCGIL ha sempre posto come misura innovativa della nuova stagione contrattuale, chiama in causa il tema delle risorse, essendo impensabile garantire l’inclusività senza uno stanziamento aggiuntivo. La pari dignità del lavoro prestato nei settori della conoscenza è un aspetto determinante, frutto della battaglia FLC che ha portato fino alla Corte di Giustizia Europea le ragioni dei precari.
Riteniamo che il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro sia un argomento fondamentale da porre al tavolo negoziale, così come riteniamo di grande importanza riportare in contratto la fondamentale questione della deburocratizzazione del lavoro nella scuola, ossia l’eliminazione di quel pesante fardello di pratiche amministrative che grava su dirigenti, personale ATA e docenti. Principio che vale anche per Università, ricerca e Afam.
Resta la necessità di esser incisivi riguardo il rapporto tra legge e contratto, valorizzando il ruolo della contrattazione di secondo livello, soprattutto su materie come mobilità e salario accessorio, formazione, valorizzazione professionale, improvvidamente sottratte alla contrattazione che alla contrattazione devono ritornare.
Dal 2008 a oggi i nostri settori hanno subito un progressivo impoverimento di risorse causato anche dal mancato rinnovo dei contratti che, nei fatti, ha provocato un consistente taglio ai piani dell’offerta formativa e della ricerca.
Un buon contratto è uno strumento in grado di promuovere innovazione e autonomia. Per fare questo è necessario un forte impegno della politica per allineare gli investimenti pubblici del nostro Paese, in istruzione e ricerca, alla media degli investimenti europei.
Secondo le previsioni del MIUR l’avvio della trattativa in sede Aran dovrebbe aprirsi già a fine luglio, a partire dal comparto “Istruzione e Ricerca” per poi proseguire con l’area V.