Due iniziative contemporanee sulla scuola aprono la bagarre fra le forze di opposizione. A Roma scendono in piazza insegnanti e genitori chiamati a raccolta dal "Tavolo Fermiamo la Moratti" di cui fanno parte tra gli altri Rifondazione, DS, Verdi e Cgilscuola (ma non Margherita, Cisl e Uil), nella stessa giornata a Bologna docenti, amministratori locali, parlamentari dell’Ulivo si confrontano con Prodi sul programma elettorale.
La diessina Alba Sasso, in piazza a Roma con i manifestanti, cerca di buttare acqua sul fuoco ("Un pezzo della Fabbrica oggi è qui"), mentre Piero Bernocchi dei Cobas attacca il "professore" senza mezzi termini: "Sarebbe gravissimo se non sapeva dell’appuntamento romano, ma sarebbe addirittura agghiacciante se invece fosse stato consapevole che oggi siamo tutti qui".
Il portavoce dei Cobas non lesina critiche anche alle regioni del centro-sinistra come la Toscana e l’Emilia-Romagna che già hanno approvato leggi che in qualche misura attuano parti significative della riforma.
Ancora più pesante l’affondo di Loredana Fraleone, responsabile scuola di Rifondazione Comunista: "Prodi avrebbe dovuto capire che era il caso di sospendere il suo appuntamento" e aggiunge che il centro-sinistra, in caso di vittoria, dovrà avere pronto un programma urgente per la scuola da realizzare nei primi 100 giorni di governo: "Si dovrà innalzare l’obbligo scolastico e la formazione professionale dovrà iniziare solo dopo l’età dell’obbligo".
Ma a Bologna, i toni di Prodi sono ben diversi: "Serve una riforma che renda la scuola seria, organizzata e forte, e che dia un ruolo nuovo agli insegnanti: una riforma giusta ma non indolore, perché una riforma che non turba gli equilibri preesistenti non è vera".
E sulle risorse mette subito le mani avanti: "Non si fanno le nozze con i fichi secchi, ma quanto potremo spendere per la scuola dipenderà anche dallo stato in cui saranno lasciate le finanze pubbliche".
Mentre a Roma i manifestanti innalzano cartelli e lanciano slogan contro i test dell’Invalsi, Prodi sottolinea il valore dell’autonomia delle istituzioni scolastiche ma ribadisce che "serve anche qualcuno che misuri i risultati, perché non c’è autonomia senza valutazione".
L’impressione è che al momento attuale il fronte antimorattiano sia unito solo nel dire no alla legge 53, ma che manchi ancora una elaborazione compiuta e condivisa che non esponga il prossimo ministro alla opposizione delle piazze e delle scuole.
La polemica a distanza fra Prodi e il movimento fa passare in secondo piano l’esito della manifestazione, riuscitissima secondo gli organizzatori che parlano di un corteo di 50mila persone.