C’é il secchione, il bugiardo, il fannullone. Quante categorie di alunni sono state coniate nel corso dei decenni in tutte le scuole del mondo?
Oggi la casistica si arricchisce con un nuovo profilo di studente: il "copia-incollatore". Esce in questi giorni in Francia sul settimanale l’Express un’inchiesta sui siti che propongono agli studenti un largo ventaglio di compiti belli e pronti, dalle traduzioni ai temi, dai compiti di matematica a quelli di filosofia. Risultato: la rete è invasa da siti più o meno attendibili che, gratuitamente o a pagamento, offrono migliaia di compiti suddivisi per discipline. Gli studenti, spesso senza neanche leggerli, li scaricano e li presentano ai professori.
Questi, dal canto loro, sono in gran parte anni luce dietro ai loro alunni per quanto attiene alle competenze informatiche, ma non tanto da non accorgersi dell’inghippo. E adesso protestano e non ci stanno più, anche perché la pratica del copia-incolla é svolta quasi sempre in maniera acritica, tanto che gli alunni ricopiano anche gli errori di grammatica presenti nel testo.
Plagio? No, non incoraggiamo i giovani a copiare – sostengono i responsabili dei siti – le informazioni sono proposte a titolo informativo. E poi, non si trovano forse analisi e commenti di opere in tutte le librerie? Intanto negli Stati Uniti – anche lì il fenomeno del plagio elettronico è molto diffuso – un’azienda ha messo a punto un software che dovrebbe consentire ai professori di scoprire in "flagranza di reato" gli alunni copiatori.