Con il completamento della terza prova vanno in archivio i discussi scritti per i circa 482.000 studenti impegnati nell’esame di maturità. A differenza delle altre prove scritte la terza prova, detta anche “quizzone”, non è stata predisposta dal Miur, ma direttamente dai professori che costituiscono le 23.650 commissioni sparse in tutta Italia: i maturandi sono stati chiamati a svolgere trattazioni sintetiche riguardanti non più di cinque materie e dai contenuti simili a quelli svolti durante l’anno. Stavolta la somministrazione di compiti diversificati ha quindi scongiurato qualsiasi possibilità di fuga di notizie e di clamorose anticipazioni via internet.
Davvero ampia la varietà di elaborati proposti: si va dalla trattazione sintetica (non più di 5 argomenti) ai quesiti a risposta singola (da 10 a 15) oppure ai quesiti a risposta multipla (da 30 a 40) o ancora ai problemi scientifici a soluzione rapida (non più di 2), ai casi pratici e professionali (non più di 2) e infine alla proposizione di veri e propri progetti. Come per le altre due prove scritte, se le commissioni riterranno il compito superato assegneranno almeno 10 punti (al massimo 15). In alcuni istituti già al termine della prova sono apparse le valutazioni degli scritti (voto massimo 45 punti), cui vanno aggiunti i punti di credito (non più di 20) e delle prove orali (la sufficienza è pari 22 punti e al massimo si potranno assegnare 35 punti).
Gli orali riguarderanno tutte le materie del quinto anno: anche se non ci sono indicazioni in merito dal ministero dell’Istruzione lo scorso anno è stato calcolato che i colloqui dureranno in media 40 minuti ad esaminando. I tempi di inizio dei colloqui dipenderanno dalle correzione degli elaborati e dal numero di studenti assegnati ad ogni commissione. In alcune scuole, come quelle speciali dove il numero di studenti è ridotto, gli orali prenderanno il via già a partire dal 30 giugno. I risultati definitivi sono previsti a partire dalla metà di luglio.