In poco più di un decennio la presenza di alunni stranieri nella scuola elementare italiana è schizzata da 30.000 a 280.000 unità. L’impressionante dato di incremento, quasi 100 volte dall’anno scolastico 1992/93 al 2003/04, è stato reso pubblico in questi giorni dall’Istat attraverso il suo ultimo “Bilancio demografico nazionale”: nel rapporto annuale vengono analizzate a fondo tutte le sfaccettare della nuove famiglie del nostro Paese. Secondo i dati elaborati la media di alunni stranieri presenti nella scuola italiana ha raggiunto il 3,5%, con punte ancora più alte al nord: a Milano i bambini che frequentano le elementari hanno ormai sforato il 10%, mentre nel Nord-Est si attesta al 6,1%.
Eppure l’aumento delle presenze in classe di bambini stranieri non può essere una novità per chi conosce a fondo i mutamenti delle nascite nel nostro Paese: sempre per rimanere ai casi estemi di Milano e del Nord-Est bisogna infatti considerare che già dallo scorso anno ogni cinque neonati ve ne era stabilmente uno straniero. Praticamente inevitabile che poi questi bambini, figli di coppie in maggioranza provenienti da Albania, Cina, Romania e Marocco, frequentassero la scuola: sono nati in Italia e per questo motivo sono a tutti gli effetti cittadini italiani, anche se per l’ufficialità bisognerà attendere che compino i 18 anni.
Del resto quando un bambino nasce in un Paese e frequenta la sua scuola, imparando la sua lingua e assorbendo costumi e culture locali, come potrebbe esserci dei dubbi sulla sua nazionalità? Semmai i dubbi potrebbero sorgere se si va a verificare l’accettazione e la completa inclusione sociale delle quasi 200 comunità straniere presenti nel territorio italiano: ma dal momento che le nuove generazioni stanno orami stabilmente frequentando in masse la scuola, trasformandola in un ambiente sempre più multi-razziale, anche questo dubbio è destinato a dissiparsi. Il fenomeno, peraltro, è destinato ad allargarsi sempre più a macchia d’olio: più di tante parole è infatti indicativo il fatto che in appena cinque anni, dal 1999 al 2004, l’incidenza del numero di nascite di bimbi stranieri nel nostro territorio nazionale è più che raddoppiato passando dal 3,9% all’8,6%.
Certo, rimangono ancora molti problemi da risolvere per un nutrito numero di questi bambini: il loro inserimento non è infatti sempre facile, soprattutto laddove le famiglie li hanno cresciuti al chiuso della loro comunità. Spesso molti bambini arrivano a scuola che non conoscono nemmeno una parola di italiano accusando, di conseguenza, un inserimento più difficile ed un apprendimento più lento. Ma sempre più spesso l’accoglienza positiva da parte dei compagni e la caduta di barriere antirazziali tra le nuove generazioni permette di superare anche questo tipo di ostacoli.