La Fondazione Iard ha condotto un progetto di ricerca commissionato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (Dipartimento Affari Sociali) relativo a: “Simboli e significati dell’uso delle sostanze psicotrope”.
L’indagine è stata condotta su un campione complessivo di 939 ragazzi tra i 15 e i 25 anni lavoratori e non di diversa classe sociale e provenienza. La percezione della problematica connessa all’uso di sostanze è scarsa: il consumatore medio non si definisce un “drogato”.
Il tema indagato nasce da una serie di ricerche condotte negli ultimi anni da Fondazione Iard sulla prevenzione e sulla lotta alla droga, all’interno di contesti trasversali quali: l’ambito del sistema penale minorile e gli ambienti di socializzazione giovanile in situazioni di normalità e in situazioni di disagio conclamato.
Riportiamo di seguito i principali risultati della ricerca:
L’utilizzo di droghe viene associato dai giovani primariamente ad un bisogno di:
. trasgressione (68,7%)
. protagonismo (50,9%)
. necessità di evadere dalla monotonia (49%)
Più propensi ad attribuire all’uso di sostanze un significato di trasgressione sono:
. i giovani con un tenore di vita medio alto (70%, contro il 56% dei giovani che hanno un tenore di vita basso)
. i giovani che vivono nel Centro Italia (76,7%, contro il 67% dei giovani che vivono al Nord e il 66,7% al Sud)
. I giovani che associano all’utilizzo di droghe il significato di facilitazione sociale risiedono prevalentemente al Nord (1 giovane su 3 al Nord, 1 su 2 al Centro e 1 su 5 al Sud).
. I giovani ritengono che il problema delle droghe per la nostra società sia secondario rispetto ad altre problematiche socio-politiche, quali la criminalità, la disoccupazione e l’inquinamento (il 10,6% ha espresso preoccupazione per l’uso di sostanze, il 12,1% per la criminalità, il 12% per la disoccupazione e l’11,9 % per l’inquinamento).
I problemi connessi al fenomeno che preoccupano maggiormente gli stessi giovani sono:
. le malattie a trasmissione sessuale (83,6%)
. la solitudine (79%)
. il consumo di sostanze stupefacenti cosiddette “pesanti” (78,6%)
. I giovani sono di gran lunga meno preoccupati per la diffusione e l’utilizzo di cannabinoidi piuttosto che per l’uso di alcool (il 51,4% contro il 73,5%).