Il prossimo autunno potrebbe potrebbe portare una novità interessante: dopo molti anni tutte (o quasi) le sigle del sindacalismo di base, dalle più note alle meno conosciute, potrebbero trovarsi unite in uno sciopero generale.
Dopo la decisione di CUB, Sgb, Usi-Ait, Slai-Cobas e Si-Cobas di proclamare uno sciopero per il 27 ottobre, il portavoce nazionale Cobas Piero Bernocchi era intervenuto nel tentativo di far convergere l’intero sindacalismo di base su un’unica data.
In realtà, nel frattempo, l’Usb ha già deciso per uno sciopero di tutto il pubblico impiego per il 17 novembre, ma possibile che ora il quadro si ricomponga.
Già Bernocchi aveva suggerito nei giorni scorsi di scioperare tutti quanti il 10 novembre, data vicina a quella decisa dall’Usb.
Poche ore fa Unicobas ha diramato un comunicato che potrebbe forse convincere tutte le sigle sulla necessità e sulla opportunità per i sindacati di base di non perdere l’occasione per una azione unitaria.
“Il sindacalismo di base ed alternativo – dichiara il segretario nazionale Stefano d’Errico – deve riuscire a trovare l’unità su di una data comune. Le condizioni ci sono. In molti si sono espressi e la data del 10 novembre risulta al momento il ‘denominatore comune’ possibile: l’hanno proposto i Cobas, vi ha fatto riferimento l’Usb, l’Unicobas concorda, s’è dichiarato disponibile a convergervi il SiCobas (fra i promotori del cartello del 27 Ottobre, che riguarda anche l’Usi, la Cub, lo SlaiCobas, l’Sgb ed altre sigle, che spero vorranno valutare positivamente l’occasione di unità che s’è configurata)”.
Ma quali sono le mtivazioni che dovrebbero indurre i lavoratori di tutti i settori pubblici e privati a scioperare uniti?
D’Errico non ha dubbi: “E’ necessario far rinascere il movimento d’opposizione alle politiche neo-liberiste imperanti in Italia e nella UE, contro le finanziarie di rapina a vantaggio degli speculatori e contro la distruzione della scuola pubblica, oggi rappresentata dalla riduzione degli anni di studi, dal Liceo breve, dal minimalismo culturale e dall’abbattimento della qualità, in un contesto di devastante applicazione della L.107/15”.
Secondo il segretario nazione Unicobas l’azione deve essere finalizzata anche a prendere le dovute distanze dai “sindacati di Stato, complici di questa politica, ai quali il liberismo delega la gestione del controllo sociale in cambio di un posto a tavola”.
“Occorre a questo punto – conclude d’Errico – lavorare sulle condizioni date e dare vita ad un autentico percorso condiviso che porti allo sciopero. Chi rimanesse ‘abbarbicato’ ad una data dimostrerebbe di scegliere l’acqua sporca e buttare il bambino, oppure di strozzarsi col nocciolo sputando la polpa”.
Sapremo nelle prossime ore se il tentativo di Cobas e Unicobas andrà a buon fine e se a novembre – proprio nel pieno del dibattito sulla legge di bilancio – ci sarà uno sciopero generale che possa tra l’altro indurre il Governo ad aumentare le risorse per i contratti pubblici che – dopo le dicharazioni dei giorni scorsi del ministro Padoan, sembrano davvero ridotte all’osso.