Vasta operazione denominata “Chiamate alle armi” condotta dalla Guardia di Finanza di Firenze, nell’ambito della quale sono stati eseguiti 29 provvedimenti cautelari personali nei confronti di docenti universitari (7 agli arresti domiciliari e 22 interdetti allo svolgimento delle funzioni di professore universitario e di quelle connesse ad ogni altro incarico assegnato in ambito accademico per la durata di 12 mesi) per reati di corruzione e più di 150 perquisizioni domiciliari presso Uffici pubblici, abitazioni private e studi professionali.
Nei confronti di altri 7 docenti universitari, il Giudice per le Indagini Preliminari di Firenze si è riservata la valutazione circa l’applicazione della misura interdittiva all’esito dell’interrogatorio degli stessi.
I sette arrestati sono Guglielmo Franzoni, tributarista dello studio Russo di Firenze e professore a Lecce, Fabrizio Amatucci, professore di Napoli, Giuseppe Zizzo, dell’università Carlo Cattaneo di Castellanza (Varese), Alessandro Giovannini, dell’università di Siena, Giuseppe Maria Cipolla dell’università di Cassino, Adriano Di Pietro dell’università di Bologna, Valerio Ficari, ordinario a Sassari e supplente a Tor Vergata a Roma.
Tra gli indagati invece ci sono l’ex ministro Augusto Fantozzi (per il quale va decisa l’interdizione), e Roberto Cordeiro Guerra, ordinario di diritto tributario a Firenze, che è stato interdetto.
Fantozzi ha ricoperto la carica di ministro delle Finanze nel governo Dini e di ministro del Commercio con l’estero nel primo governo Prodi. È stato inoltre presidente della Commissione Bilancio della Camera dei deputati durante la XIII legislatura. Nel 2008 divenne, su indicazione del governo Berlusconi, commissario straordinario di Alitalia, incarico da cui si dimise nel 2011. Dal dicembre 2009 Fantozzi è rettore dell’Università degli Studi ‘Giustino Fortunato’ di Benevento, presso cui è professore ordinario di diritto tributario dell’impresa.
Il contesto investigativo ha preso le mosse dal tentativo di alcuni professori universitari di indurre un ricercatore universitario, candidato al concorso per l’Abilitazione Scientifica Nazionale all’insegnamento nel settore del “diritto tributario”, a “ritirare” la propria domanda, allo scopo di favorire un terzo soggetto in possesso di un profilo curriculare notevolmente inferiore, promettendogli che si sarebbero adoperati con la competente Commissione giudicatrice per la sua abilitazione in una successiva tornata.
Gli approfondimenti investigativi hanno consentito di accertare sistematici accordi corruttivi tra numerosi professori di diritto tributario – alcuni dei quali pubblici ufficiali in quanto componenti di diverse Commissioni nazionali (nominate dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) per le procedure di Abilitazione Scientifica Nazionale all’insegnamento nel settore scientifico diritto tributario – finalizzati a rilasciare le citate abilitazioni secondo logiche di spartizione territoriale e di reciproci scambi di favori, con valutazioni non basate su criteri meritocratici bensì orientate a soddisfare interessi personali, professionali o associativi.
Le misure coercitive sono state disposte dal gip del Tribunale di Firenze, Angelo Antonio Pezzuti, su richiesta della locale Procura della Repubblica, a seguito di articolate investigazioni svolte dai finanzieri del nucleo di Polizia tributaria di Firenze, coordinate dal procuratore aggiunto Luca Turco e dal sostituto procuratore Paolo Barlucchi.