Cara Ministra, sono un’insegnante di Filosofia e Scienze Umane e come Sua dipendente vengo a scriverle sulle criticità della scuola italiana e sulle sue ultime affermazioni relative alla sperimentazione del liceo breve, all’uso dello smartphone in classe e alla difesa della legge denominata “Buona scuola”.
Anche se ancora precaria continuo a credere fortemente nel valore dell’educazione, lo scrissi nella mia tesi di laurea e lo confermo dopo anni di insegnamento, perché io non lavoro con numeri ma con generazioni di ragazzi che manifestano anno dopo anno criticità sempre maggiori. Oggi si parla di crisi in modo plurivalente: crisi economica, lavorativa, valoriale, educativa e genitoriale, politica come se riguardassero ambiti diversi.
Io non sono di questa opinione la crisi prima di diventare esterna è interna, noi come individui italiani abbiamo perso punti di riferimento, non esistono più partiti, valori nazionali, leggi di riferimento perché tutte vengono aggirate con deroghe e decreti leggi come l’ultima legge 107 sulla scuola che ha trasformato gli insegnanti in dati di un algoritmo e ora impegnati da tre anni in una guerra tra poveri perdendo di vista il loro mestiere ovvero l’educazione.
Tutto questo è accaduto in parte perché al Ministero dell’Istruzione si è affiancato quello dell’Economia e in parte perché voi politici vi ritrovate nelle continue promesse elettorali e vi battete a suon di sconti e populismo. Se non riusciamo ad orientarci noi adulti come possono farlo i nostri bambini?
La mia proposta parte da una rivisitazione degli ordini scolastici ma soprattutto dalla rimembranza di ciò che abbiamo dimenticato da troppo tempo: NOI SIAMO CITTADINI ITALIANI. Lo ricordo perché cara Ministra non solo la legge sulla Buona Scuola ma tutte le ultime riforme della scuola italiana e in ultimo le sue proposte hanno dimenticato questo semplice dato di fatto: noi siamo italiani. Lo ripeto. E allora partiamo dalla Scuola dell’Infanzia ricordando l’opera delle Sorelle Agazzi, chi ricorda che sono state le fondatrici della Scuola Materna?
Credo quasi nessuno, il loro metodo in parte permane ma rafforziamolo, stimoliamo il metodo intuitivo, creiamo dove possibile giardini ma soprattutto facciamo sentire i nostri bambini in un ambiente familiare. Per fortuna questo già avviene grazie al grande impegno di splendide maestre che offrono più del dovuto e non dello Stato. Nella Scuola Primaria, il metodo Montessoriano riconosciuto come eccellenza ed applicato in modo particolare nei paesi del Nord Europa in Italia è uno rimasuglio applicato spesso senza il materiale necessario perché “costa troppo”.
Ecco l’esempio cara Ministra, gli altri copiano da noi italiani, forse perché pensano che siamo più bravi e sicuramente lo siamo stati e abbiamo vissuto di rendita per molto tempo ed è ora di ridestare il nostro spirito attraverso i talenti di cui siamo portatori. Siamo figli dell’Impero Romano, abbiamo influenzato tutto il mondo, tutto il mondo lo ripeto, con la nostra lingua, la nostra arte, il nostro pensiero critico, la nostra musica e soprattutto con la nostra creatività.
E allora nella Scuola Secondaria di I grado dove i ragazzi cominciano a forgiare le proprie passioni e a calibrare le inclinazioni riportiamo il Latino, sì è difficile ma è la difficoltà non lo smartphone a stimolare le connessioni logiche e neurologiche, ma soprattutto perché i nostri ragazzi sono italiani e devono saper leggere e scrivere in modo corretto cosa che gli ultimi studi ci dicono che non sanno più fare. Ma soprattutto glielo ricordo perché noi siamo italiani, e se c’è un popolo al mondo che deve conoscere il latino quello siamo noi portatori della nostra storia e tradizione.
E così la Storia dell’arte, noi potremmo vivere solo ed esclusivamente di turismo, siamo talmente abituati alla bellezza dei nostri piccoli paesi, monumenti, castelli, monasteri, Chiese e palazzi che non ci rendiamo conto che essi sono gioielli che esistono solo in Italia. Venezia, Roma, Firenze sono uniche, il mondo intero viene a visitarle ma gran parte dei nostri giovani non conosce le opere dei più grandi artisti ma la cosa più grave è che non ne sanno riconoscere il valore, roba vecchia per loro, e si la colpa è solo nostra. Riportiamo la musica nelle nostre aule e non solo per un’ora a settimana, facciamo risuonare le nostre scuole con Verdi, Rossini, Toscanini, Morricone, Allevi e Jovanotti, perché la scuola non è solo studio o concetto, la scuola è esperienza in tutti i suoi sensi, è comunità, è scambio generazionale e stimolo e la musica è tutto ciò non solo talent show. Noi siamo il popolo del talento e dell’ inventiva e della creazione in tutti i suoi aspetti logici e pratici. E allora cara Ministra non confermi la legge Gelmini, aumenti le ore di laboratorio nei nostri Istituti Professionali, perché i nostri ragazzi dove trovano la possibilità sono un’esplosione di capacità, non tarpiamo loro le ali. La disoccupazione giovanile è al 35% , incrementiamo la possibilità di trovare lavoro o crearlo.
L’alternanza scuola lavoro è una buona proposta, ma non deleghiamo le imprese ad educare i nostri ragazzi, anzi facciamo sì che essi siano portatori di innovazione al mondo del lavoro. E infine cara Ministra prepariamo in modo adeguato tutti coloro che vogliono imparare, e non provi a raccontarci che in quattro anni il Liceo dia una formazione maggiore che in cinque.
I Licei sono già stati fortemente danneggiati dalla Riforma Gelmini che ne ha diminuito le ore di insegnamento specifico d’altronde a cosa servono più ore di matematica nel Liceo Scientifico? Scusi l’ironia scadente ma tale è lo stato delle cose: scadente, ma nonostante questo rimane ancora una dignità nella Scuola Italiana, La prego non ce ne privi completamente.
So che Lei risponde al suo partito, ma in primo luogo risponde a noi cittadini e risponde alla Costituzione Italiana per la quale tanti hanno lottato e oggi ricordata solo nello scontro politico. Quale errore a togliere quell’unica ora di Cittadinanza e Costituzione dalla Scuola Secondaria.
La Costituzione e la fiducia nella legalità dovrebbero essere i principi basilari della Scuola Italiana. Cara Ministra le do una brutta notizia, tutto questo costa molto, ma è un investimento sicuro. Se i giovani crescessero nella cultura italiana non solo avremmo adulti fieri di essere italiani cosa di cui oggi sono solo quando si vincono i mondiali ma capaci di valorizzare se stessi e il proprio territorio riportando il nostro Paese tra i primi per valore storico e innovazione con un conseguente risvolto economico positivo. Cara Ministra, quando guardo i miei alunni dico sempre loro, “Io sono obbligata a fidarmi di voi, perché voi siete il mio futuro”, investiamo sui nostri giovani, investiamo sulla Scuola Italiana, ricostruiamo l’Italia. Grazie e Buon lavoro.
Una sua dipendente.
di Patrizia Baglioni