L’introduzione di internet a banda larga nelle scuole non migliorerà solamente la velocità di connessione, ma anche l’apprendimento degli studenti e la convenienza per le amministrazioni scolastiche. A Roma ne sono così convinti che in ben cinquanta istituti capitolini è stato avviato scorsi un piano di sperimentazione, chiamato “l’innovazione a banda larga”, che punta a far diventare la scuola un centro di riferimento per tutta la cittadinanza, in grado di promuovere la partecipazione attiva e i servizi di e-government.
Il progetto poggia su un’intesa firmata dal Comune di Roma, dal Consorzio Gioventù Digitale e dalla società Telecom Italia. A tutte le scuole coinvolte verrà garantita la stessa l’opportunità di sviluppo tecnologico e di accesso all’innovazione didattica: nello stesso tempo gli istituti avranno la possibilità di ridurre la spesa telefonica, rendere più veloce la navigazione in Internet e migliorare la comunicazione. L’iniziativa intende infatti migliorare i processi di insegnamento-apprendimento con l’uso delle nuove tecnologie senza “costi aggiuntivi”.
Grazie alle attrezzature tecnologiche messe a disposizione dai partner partecipanti all’iniziativa, per gli studenti sarà possibile portare avanti una serie di iniziative davvero interessanti: seguire in videoconferenza le lezioni anche da altri luoghi, come l’ospedale, imparare la lingua dei segni on line, scrivere un giornalino multimediale sulla pace con le scuole palestinesi e israeliane. Con gli stessi strumenti gli studenti potranno insegnare ai nonni del quartiere a navigare in internet, vestendo i panni di mediatori tra generazioni diverse. A farsi promotore di quest’ultima iniziativa, “Nonni su Internet”, è stato soprattutto il Comune di Roma, che da alcuni anni sta cercando di accelerare i processi di inclusione sociale dei cittadini scegliendo la scuola come interlocutore privilegiato.
A dialogare con le scuole, per monitorare esigenze e disponibilità, sarà il Consorzio Gioventù Digitale, struttura non profit (partecipata per l’80% dal Comune di Roma e per il restante 20% da aziende Ict), che dalla sua fondazione è impegnata sul territorio per l’alfabetizzazione tecnologica delle nuove generazioni e delle fasce di popolazione a rischio di esclusione.