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Sostegno, come funziona il PEI?

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Il Miur, per quanto riguarda la gestione degli alunni con disabilità, ha predisposto una sintetica guida, in cui viene illustrato il corretto uso del PEI

Infatti, come si legge anche su Il Sole 24Ore, un ruolo di primo piano, nel delicato processo di integrazione di questi alunni che esprimono bisogni speciali, è svolto dall’insegnante di sostegno, assegnato alle classi in cui sono presente alunni con handicap certificati, per favorirne il processo di integrazione.

A gestire e guidare le operazioni in tal senso, la bussola del docente di sostegno è il PEI (Piano educativo individualizzato). Pertanto l’insegnante avrà piena responsabilità didattica ed educativa verso tutti gli alunni delle sue classi, compresi quindi quelli con disabilità. Dovrà quindi contribuire alla programmazione e al conseguimento degli obiettivi prefissati.

Il Piano educativo individualizzato è quindi scritto ogni anno e fissa gli interventi educativi e didattici destinati all’alunno, prevedendo gli obiettivi, metodi e criteri di valutazione.

È parte integrante della programmazione educativo-didattica di classe e contiene: finalità e obiettivi didattici e in particolare gli obiettivi educativi, di socializzazione e gli obiettivi di apprendimento riferiti alle diverse aree, perseguibili nell’anno anche in relazione alla programmazione di classe; gli itinerari di lavoro (le attività specifiche); i metodi, i materiali, i sussidi e tecnologie con cui organizzare la proposta, compresa l’organizzazione delle risorse (orari e organizzazione delle attività); i criteri e i metodi di valutazione; le forme di integrazione tra scuola ed extra-scuola. Questo documento deve contenere in modo chiaro tutti gli elementi che consentiranno poi effettivamente di valutare gli esiti dell’azione didattica.

La particolarità del PEI, è bene ricordare, risiede nel fatto che non è un documento fisso, ma è modificabile nel corso dell’anno scolastico, proprio in virtù del fatto che riguarda un piano per studenti speciali che potrebbero mostrare necessità diverse nel corso dell’anno.

Inoltre, è bene sottolineare che nella scuola secondaria di secondo grado, quando gli obiettivi del Piano Educativo Individualizzato sono decisamente diversi rispetto a quelli dell’ordinamento di studi della classe, la programmazione viene dichiarata differenziata e l’alunno pertanto non può conseguire il titolo di studio. La programmazione differenziata si applica solo in caso di disabilità di tipo cognitivo.

In questi casi, la famiglia va informata subito di questa scelta e ha facoltà di opporsi e di conseguenza, l’alunno seguirà ugualmente il suo Pei, con il sostegno e ogni altra tutela prevista, ma la valutazione sarà effettuata in base ai criteri definiti per tutta la classe.

In questo modo, alla fine dell’anno, l’alunno che segue una programmazione differenziata viene ammesso alla classe successiva, ma di fatto non ha conseguito la promozione.
Pertanto, sulla pagella comparirà l’annotazione che tale valutazione è stata effettuata in base al proprio Piano Educativo Individualizzato.