“La scuola tecnica va rilanciata: sarà compito del governo di centrosinistra trovare i fondi e il modo per sostenere questo tipo di scuole, che sono fondamentali per la nostra economia”. Sono parole importanti quelle rilasciate da Romano Prodi il 22 dicembre a Bologna, in occasione dello scambio di auguri con i cittadini nelle sale del Baraccano: parole che, alle porte delle campagna elettorale in vista delle elezioni politiche del prossimo mese di aprile, si traducono come impegno da mantenere laddove Prodi dovessero ritrovarsi a capo della nuova legislatura.
La promessa del leader dell’Unione è stata “strappata” dopo che lo stesso era stato incalzato da alcuni docenti della scuola comunale professionale “Aldini-Valeriani” di Bologna che si erano rivolti a lui per chiedere aiuto: la scuola degli operai, fondata a Bologna nel 1878, frequentata da molti giovani stranieri e in cui insegna anche Franco “Bifo” Berardi, volto storico del ’77 bolognese, già lo scorso anno aveva dovuto fare i conti con tagli significativi ed oggi sta passando un periodo di crisi profonda: il sindaco Cofferati avrebbe infatti annunciato di voler sospendere tre corsi ed eliminare quattro prime classi. Ma secondo i docenti dell’istituto felsineo ciò avverrebbe però “senza alcuna indagine o progetto che giustifichi questa decisione”.
Il leader dell’Unione non si è sbilanciato sul caso specifico, ma è voluto andare oltre. “Non conosco il caso dell’istituto “Aldini” , ma come ho detto in questi mesi sarà compito del governo di centrosinistra trovare i fondi e il modo per sostenere questo tipo di scuole”. Prodi sa bene che la sopravvivenza di molte istituzioni pubbliche è quello delle sovvenzioni: “so bene che il problema delle risorse economiche sempre minori, di cui dispongono gli enti locali, è reale, ma è anche vero che le scuole tecniche rimangono fondamentali per la nostra economia”. Pur commentando le sorti di un istituto gestito a livello locale, le parole di Prodi suonano a molti anche come una bocciatura o perlomeno una presa di distanza dalla riforma delle scuola superiore, approvata lo scorso mese in Parlamento: secondo il testo di legge targato Letizia Moratti, su cui pende il giudizio della Conferenza Stato-Regioni e per il quale si attendono nelle prossime settimane i decreti attuativi, gli istituti tecnici verrebbero assorbiti dal sistema liceale. La nuova collocazione starebbe però spaccando il mondo politico sovvertendo spesso posizioni legati agli schieramenti politici. Apprezzamenti sono giunti dalla destra, che ha votato il provvedimento, ma anche da parte della sinistra, che non disdegnerebbe l’introduzione del sistema duale licei-professionali a patto che si applichino delle correzioni in itinere. Ora Prodi ne prende le distanze e da là a nuovi (o vecchi) scenari legati alla formazione scolastica.