La Legge di Bilancio, in base alle ultime indiscrezioni, dovrebbe dedicare al rinnovo dei contratti degli statali una cifra vicina ai due miliardi, che si aggiungono agli 1,2 miliardi già accantonati negli ultimi due anni.
Questi soldi serviranno a riconoscere 85 euro di aumento medio (promesso dall’intesa fra governo e sindacati del 30 novembre 2016) ai dipendenti della pubblica amministrazione centrale, e a garantire che gli incrementi in busta paga non cancellino il bonus Renzi (gli 80 euro) a chi oggi lo riceve in tutto o in parte.
Le Regioni e gli enti locali dovrebbero trovare nei propri bilanci i fondi per gli aumenti dei loro dipendenti, mentre in sanità il finanziamento è a carico del fondo sanitario nazionale.
I PRESIDI ESULTANO
Italia Oggi ricostruisce il braccio di ferro tra Mef (il Ministero dell’Economia) e il Miur (il Ministero dell’Istruzione) sul dettaglio delle misure da approvare. In realtà quello approvato dal Consiglio dei Ministri non è altro che una bozza di articolato. Il Miur ottiene l’ok alla perequazione della retribuzione di posizione per i dirigenti scolastici che hanno finalmente ottenuto l’equiparazione rivendicata da oltre un decennio. Un investimento da oltre 95 milioni di euro con un aumento da 400 a 500 euro mensili a testa.
GLI ATA DELUSI
Il Miur non ha portato a casa il piano straordinario per assumere a tempo indeterminato 6mila dipendenti Ata oltre il turnover. Il Mef aveva messo sul piatto un miliardo di euro, ma la coperta è corta e gli Ata dovranno attendere, dunque, il prossimo giro.